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23/5/2016

Antonio Meneghetti, dal figurativo al minimale

A Roma una rassegna che ripercorre l’opera dell’artista attraverso oltre cento opere tra dipinti, sculture, oggetti di design e gioielli, provenienti da diversi musei e sedi istituzionali d’Italia e del mondo

Apre i battenti nella Capitale dal 20 maggio al 29 giugno, la mostra dedicata ad Antonio Meneghetti (1936-2013), presso il Complesso del Vittoriano - Ala Brasini La rassegna, curata da Ermanno Tedeschi e prodotta dalla Fondazione Meneghetti, è la prima tappa di un percorso che vuole valorizzare l’opera dell’artista anche attraverso la sua prima completa monografia edita da Gli Ori - Editori Contemporanei.

L’esposizione porta a Roma oltre cento opere del maestro tra dipinti, sculture, oggetti di design e gioielli, ospitati in musei e sedi istituzionali in diverse parti d’Italia e del mondo – come la Rocca Paolina di Perugia, Castel dell’Ovo a Napoli, Palazzo della Civiltà a Roma, le Corderie dell’Arsenale e Palazzo Ducale a Venezia oltre che a San Pietroburgo, Brasilia e Pechino – che, insieme ad alcune videoproiezioni, rappresentano uno spaccato importante della produzione di Meneghetti.

I suoi quadri sono caratterizzati da pennellate astratte di colore e sgocciolature di pittura mentre al centro degli oggetti di design c’è l'uomo; tutta la sua opera si rifà alle poliedriche percezioni e ai molteplici punti di vista del soggetto. Egli stesso disse della sua arte: «Si tratta di cogliere tra due colori il loro denominatore universale, la trascendentalità, il punto di equilibrio luce dove tutti si armonizzano».

I temi trattati vanno dal figurativo al minimale, di cui i bianchi e i neri sono quadri essenziali e ne rappresentano la massima espressione. Nelle sculture il vuoto è fondamentale e il più delle volte è lo spazio più corposo che richiama il protagonismo del bianco sulla tela. I materiali usati vanno dalla ceramica al vetro, dal ferro al bronzo.

La moda e la progettazione architettonica sono altri due mondi in cui Meneghetti si è cimentato: una significativa testimonianza del suo lavoro è evidente a Lizori, borgo medioevale tra Spoleto e Assisi dove ha vissuto dal 1976 iniziandone il recupero.

Guido Curto, critico d’arte, scrive: «Antonio Meneghetti è stato un uomo geniale, generoso e gioioso. Questo aspetto della sua forte personalità lo ritroviamo nel suo fare artistico. L’arte per lui è stata soprattutto pittura, ma anche lavorazione del vetro e scultura, messa in atto dopo avere studiato e conosciuto da vicino la grande storia dell’arte italiana, soprattutto a Roma. Nel periodo in cui Meneghetti fu in Seminario, mentre compiva studi storici, teologici e filosofici iniziava giovanissimo a confrontarsi con gli Antichi Maestri e con la musica, anche se a vedere le sue opere risulta subito chiaro che lui non ha maniere da perseguire o stili del passato da inseguire».

Antonio Meneghetti, Dentro l'Orizzonte, 2011, smalto su tela, 50x70cm; foto: Barbara Bernabei
Antonio Meneghetti, Dentro l'Orizzonte, 2011, smalto su tela, 50x70cm; foto: Barbara Bernabei


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