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18/2/2010

Apre la Pelanda, a Roma più spazio per il contemporaneo

Il padiglione del Mattatoio, dopo un restauro durato tre anni, diventa un nuovo centro di produzione culturale collegato al Macro

A Roma si inaugura La Pelanda, il centro di produzione culturale nato come progetto dieci anni fa da un'idea di Zoneattive. Uno spazio di cinquemila metri quadrati all'interno del Mattatoio, nel cuore del quartiere Testaccio, destinato ad attività espositive, formative e laboratori. Un esempio di architettura industriale, frutto di un restauro durato più di tre anni, che si appresta a diventare uno spazio innovativo e flessibile, in grado di ospitare manifestazioni di vario genere.
 
La gestione della Pelanda, di cui si è scelto di conservare il nome originale, sarà affidata al Macro e con l'imminente apertura della nuova ala di via Nizza, progettata da Odile Decq, entrerà a far parte del complesso del “Nuovo Macro” costituito dal già esistente museo di arte contemporanea di via Reggio Emilia e dai due padiglioni del Macro Future di Testaccio.
Un percorso dedicato al contemporaneo, arricchito, inoltre, della presenza, sempre all'interno del Mattatoio, dell'Accademia di Belle Arti e della Facoltà di Architettura di Roma Tre. Con il “Nuovo Macro” e la prossima apertura del Maxxi Roma diventa così la capitale del contemporaneo.
 
Il recupero della Pelanda rappresenta l'opera più rilevante realizzata all'interno del complesso di archeologia industriale del Mattatoio di Testaccio: ha consentito di riaprire il passaggio tra il Mattatoio vero e proprio e il suo Campo Boario rendendo di fatto possibile attraversare l'intero complesso; si avvia così a compimento l'opera di riuso dell'intero complesso del Mattatoio che prevede anche l'utilizzo, a breve, degli ultimi due padiglioni rimasti.
 
Questi i numeri del grande progetto di recupero: un finanziamento complessivo pari ad oltre 13 milioni di euro, 38 mila metri cubi la cubatura complessiva, cinquemila metri quadrati la superficie utile composta di cinque fabbricati organizzati intorno ad una grande galleria di 1.400 metri quadrati.
 
Lo spazio è dotato di due sale teatrali, una sala studio-laboratorio, una sala regia e una sala registrazione, un appartamento per ospitare artisti e operatori, una zona ristoro-cucina, camerini a uso di artisti e operatori e una superficie complessiva destinata a servizi igienici.
Sono state installate vetrate per un totale di quattromila metri quadrati e le sale teatrali sono pavimentate con assi di pioppo, al di sotto del quale è allestita una complessa impiantistica. La galleria centrale, inoltre, è pavimentata con cubetti di basalto e i rimanenti spazi con
cemento industriale.
 
L'intervento di restauro conservativo ha previsto la riqualificazione dei padiglioni utilizzati per la Pelanda dei suini e per i serbatoi d'acqua. Il corpo principale è costituito da una grande navata, una ciminiera troncoconica e altre attrezzature metalliche. L'intero complesso è stato progettato come un sistema aperto, modulare nelle sue strutture e interamente attraversabile dal pubblico, con grandi superfici vetrate che esaltano volumi e prospettive.
 
Un calendario di iniziative è già in programma a partire dal mese prossimo. L’i naugurazione è fissata il 3 marzo con la mostra “Digital future”, curata da Romaeuropa, che accoglierà installazioni e video di artisti internazionali, tra cui il giapponese Ryuichi Sakamoto. Si proseguirà a maggio con la terza edizione della fiera di “Roma - The Road to Contemporary Art”.
Un'immagine della sala
Un'immagine della sala


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