Condividi
1/2/2011
Rope di Duff e Orizzonte galleggiante di Ponsard sono i progetti vincitori del concorso. Il primo sarà collocato nell’area di transizione tra il parcheggio e il nuovo foyer, mentre Orizzonte galleggiante darà nuova luce alla scalinata che collega direttamente l’ingresso del Museo alla grande terrazza.
A riguardo Rope di Arthur Duff si presenta come un’installazione neon e una proiezione laser, le cui azioni si sovrappongono nel vano ascensore. L’opera è stata pensata con un duplice scopo: sottolineare la transizione dal parcheggio al foyer e mettere in rilievo la connessione tra i due spazi. Rope in questo modo entra in dialogo con i visitatori che varcano la soglia d’ingresso, ma non dimentica il contatto con coloro che sono già all’interno.
Orizzonte galleggiante di Nathalie Junod Ponsard sarà istallato nel grande vano della scala che collega l’esterno del nuovo Museo al Macro Café e alla terrazza. L’opera è composta da unorizzonte luminoso costituito da led colorati, pensati con lo scopo di accompagnare i visitatori nel percorrere la scalinata e nella scoperta dei luoghi, delle loro dimensioni e captarne la sensualità che ha animato il lavoro di Odile Decq.
Nathalie Junod Ponsard: Orizzonte Galleggiante
Due nuove installazioni illuminano il Macro
“Rope” di Arthur Duff e “Orizzonte galleggiante” di Nathalie Junod Ponsard sono le opere vincitrici del concorso bandito per abbellire gli spazi di passaggio del Museo d’Arte Contemporanea di Roma. L’elemento chiave è la luce
Arthur Duff e Nathalie Junod Ponsard sono i vincitori del concorso “Macro 2%”, finalizzato alla realizzazione di due opere per gli spazi di passaggio
all’interno della nuova ala del Museo d’Arte Contemporanea di Roma. Le opere saranno ufficialmente presentate al
pubblico nel mese di marzo.
Rope di Duff e Orizzonte galleggiante di Ponsard sono i progetti vincitori del concorso. Il primo sarà collocato nell’area di transizione tra il parcheggio e il nuovo foyer, mentre Orizzonte galleggiante darà nuova luce alla scalinata che collega direttamente l’ingresso del Museo alla grande terrazza.
La luce è l’elemento su cui hanno lavorato i partecipanti; le opere vincitrici,
infatti, sono state ideate per dialogare in maniera armonica con lo stile architettonico della
nuova struttura, captando e restituendo i flussi luminosi esistenti nei due spazi di passaggio del
museo.
A riguardo Rope di Arthur Duff si presenta come un’installazione neon e una proiezione laser, le cui azioni si sovrappongono nel vano ascensore. L’opera è stata pensata con un duplice scopo: sottolineare la transizione dal parcheggio al foyer e mettere in rilievo la connessione tra i due spazi. Rope in questo modo entra in dialogo con i visitatori che varcano la soglia d’ingresso, ma non dimentica il contatto con coloro che sono già all’interno.
Orizzonte galleggiante di Nathalie Junod Ponsard sarà istallato nel grande vano della scala che collega l’esterno del nuovo Museo al Macro Café e alla terrazza. L’opera è composta da unorizzonte luminoso costituito da led colorati, pensati con lo scopo di accompagnare i visitatori nel percorrere la scalinata e nella scoperta dei luoghi, delle loro dimensioni e captarne la sensualità che ha animato il lavoro di Odile Decq.
Il bando “Macro 2%” fa riferimento alla legge 717 del 1949, per la quale «le Amministrazioni
dello Stato e tutti gli altri Enti pubblici, che provvedano all'esecuzione di nuove costruzioni di
edifici pubblici e alla ricostruzione di edifici pubblici devono destinare all'abbellimento di essi
mediante opere d'arte una quota non inferiore al 2 per cento della spesa totale prevista nel
progetto». A selezionare le due opere Umberto Broccoli, sovraintendente ai Beni Culturali di Roma Capitale, assieme a Luca Massimo Barbero, direttore del Macro; la progettista Odile Decq; Maria Vittoria Marini Clarelli, soprintendente alla Galleria Nazionale
d’Arte Moderna e Contemporanea; Renata Piccininni, curatrice, storica dell’arte e responsabile dell’Ufficio di
Staff del sovraintendente ai Beni Culturali di Roma Capitale; gli artisti Daniel Buren e Nunzio di Stefano.
