Il Mao di Torino festeggia dieci anni
Al Museo d’Arte Orientale un viaggio in cinque aree culturali: Asia meridionale, Cina, Giappone, Regione himalayana, Paesi islamici asiatici
Il Mao - Museo d’Arte Orientale di Torino ha compiuto ieri dieci anni: inaugurato il 4 dicembre 2008, è oggi uno dei più importanti in Italia e tra i maggiori in Europa per la conoscenza e lo studio dell’arte asiatica. Oltre 2.200 opere provenienti da diversi paesi dell’Asia, datati dal IV millennio a.C. al XX secolo, raccontano cinque diverse aree culturali: Asia meridionale, Cina, Giappone, Regione himalayana, Paesi islamici dell’Asia.
Nel decennale dell’apertura il museo propone, fino all’8 dicembre, un programma di appuntamenti – aperture straordinarie e gratuite, concerti e reading musicali, visite guidate, conferenze, cerimonie del tè e cocktail, esibizioni di danza e arti marziali, laboratori per adulti e bambini – che si aggiungono alle consuete attività espositive, culturali e didattiche.
Ospitato nello storico Palazzo Mazzonis, edificio del XVIII secolo accuratamente restaurato, il Museo ospita al piano nobile la Galleria dedicata all’Asia Meridionale e la Galleria Cinese. La prima raccoglie opere dell’arte del Gandhara, che si sviluppò a partire dal I secolo d.C. in una regione collocata tra gli attuali Pakistan e Afghanistan ed è caratterizzata dalla compresenza di elementi ellenistico-romani, indiani, iranici e centro-asiatici. La collezione di arte indiana è rappresentata da sculture in pietra di ambito sia buddhista che induista. L’arte del Sud-est asiatico raccoglie opere provenienti da Cambogia, Thailandia e Birmania.
La Galleria Cinese espone armi e vasi neolitici, bronzi rituali della Cina pre-imperiale. La collezione è incentrata soprattutto sulle manifestazioni dell’arte funeraria in ceramica, bronzo, legno e pietra che vanno dal IV millennio a.C. al X secolo. Tra le statuette fittili compaiono, accanto alle figure di danzatrici e dame di corte, quelle di cammellieri e mercanti che testimoniano la vivacità degli scambi culturali lungo la Via della Seta.
Segue la Galleria Giapponese, le cui opere abbracciano un arco temporale che va dall’XI secolo agli inizi del XX. La collezione comprende significativi esempi della scultura giapponese con statue lignee di ispirazione buddhista dall’XI al XVII secolo. La raffinata tradizione artistica giapponese è testimoniata anche da paraventi finemente decorati, stampe dell’ukiyo-e, dipinti e libri illustrati. Di grande rilevanza sono le armature da parata e le armi.
Al terzo piano si trova la Galleria Himalayana, con opere, realizzate tra il VII e il XIX secolo, provenienti da diversi paesi e regioni: Ladakh, Tibet, Nepal, Sikkim e Bhutan. La collezione presenta come tratto unificante la comune versione tantrica del Buddhismo; degna di nota è la parte dedicata ai manoscritti con una rara collezione di copertine lignee.
Il percorso museale si conclude al quarto piano con la sala dedicata all’Arte islamica che accoglie tessuti, ceramiche, bronzi nonché manoscritti persiani e copie calligrafiche del Corano, opere che provengono da Turchia, Siria, Iraq, Iran e dalle repubbliche dell’Asia Centrale.
