Madonna con Bambino e storie della passione di Cristo
dossale
Tipo:
Opere; dossale; Oggetto fisico
Categoria:
Opere d'arte visiva
Autore:
Maestro del Farneto (notizie secc. XIII-XIV)
L'opera, proveniente dalla sagrestia del convento dei Minori del Farneto nei pressi di Perugia, pervenne in Galleria con le demaniazioni del 1863. La prima attribuzione al cosiddetto Maestro del Farneto, dal luogo di provenienza della tavola, risale al Longhi (1961, pp.3-7). Dopo l'identificazione di questo maestro umbro, la critica si è divisa sulla compilazione del suo catalogo e sulle varie ipotesi di datazione. Tra le opere avvicinate al dossale di Farneto si deve ricordare la Madonna con il Bambino nel convento di San Damiano ad Assisi, che il Previtali data tra il 1296 e il 1306 e sulla cui attribuzione non concordano il Santi (1969, pp.34-35) e lo Scarpellini (1969, pp. 214-215); gli affreschi del convento del Monte Frumentario ad Assisi, anteriori al 1300; parte degli affreschi della Sala dei Notari nel Palazzo dei Priori di Perugia, databili tra il 1296 e il 1297 e il Crocifisso nella chiesa di Sant'Andrea a Spello, tutte opere attribuite al Maestro del Farneto dal Boskovits (1973, p.12; 1976, n.72; 1981, pp.1-4 2), che sottolinea la variegata cultura di questo artista, influenzata da ricordi del Maestro di San Francesco, da elementi cimabueschi, ma soprattutto da caratteri romani, testimoniati dalla presenza ad Assisi tra il 1288 e il 1296 di Jacopo Torriti e della sua bottega. Sebbene concordino con l e ascendenze romane del Maestro sia Lunghi (1982, p.210; 1984, pp.20-25; 1 986, p.601) che Cicinelli (1981, p.4) che Todini (1985, p.336; 1986, pp.3 90-391) espungono dal catalogo del pittore gli affreschi della Sala dei Notari e la Croce in sant'Andrea a Spello. Di parere diverso è Bellosi (1985 , pp.34, n.26, 133, 135, 159), che invece considera il dossale del Farneto un esempio tipico nella cultura umbra del diretto passaggio "dalla fase culturale del Maestro di san Francesco alla fase giottesca senza una rilevante mediazione cimabuesca". Recentemente Ada Labriola (1994, pp.86-87), ripercorrendo le vicende critiche dell'opera, propone di datarla entro il 1 290, in un momento in cui erano ancora molto forti i legami con il Maestro di san Francesco attivo tra il 1260 e il 1280, come si nota nella Deposizione dalla Croce, in cui le due scene appaiono quasi sovrapponibili. Di derivazione cimabuesca viene, invece, interpretata la saldezza plastica delle figure e "i gruppi compatti di figure, dalle teste scalate in profondità …che sembrano derivare…da quelli affrescati da Cimabue nella drammatica Crocifissione del transetto sinistro". La studiosa, nell'opera in esame, non rintraccia segno alcuno di quel classicismo di matrice romana, che invece rileva negli affreschi della sala dei Notai di Perugia, databili tra il 1296 e il 1297, che reinserisce nel catalogo dell'artista, insieme alla Madonna di san Damiano precedente al 1306.
Il dossale è costituito da un'unica asse orizzontale in legno di pioppo sulla quale sono inchiodati i listelli della cornice e il nimbo aggettante della Madonna, sostenuto nella giusta inclinazione mediante tre perni in legno.
Soggetto:
Madonna con Bambino e storie della passione di Cristo
Personaggi: Madonna; Gesù Bambino. Soggetti sacri: storie della Passione di Cristo.
Estensione:
altezza: cm 60; larghezza: cm 215
Materia e tecnica:
tavola/ pittura a tempera
Data di creazione:
1280 - 1290, sec. XIII; 1280 - 1290
Ambito geografico:
Palazzo dei Priori, Corso Vannucci 19 - 06100 Perugia, Perugia (PG) - esposto sala 1,inv. 27 (1918)
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Riferimenti
È riferito da: scheda iccd OA: 10-00016089
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Fonte dati
MuseiD-Italia / Galleria Nazionale dell'Umbria - Opere Esposte
Identificatore: work_15626
Diritti
Diritti: Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Detentore dei diritti: proprietà Stato
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