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Prigione detto l'Atlante

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schiavo
statua

Tipo:

Opere; statua; Oggetto fisico; Michelangelo/ collaboratori

Categoria:

Opere d'arte visiva

Autore:

Michelangelo (1475 - 1564)

I quattro Prigioni, lasciati incompiuti da Michelangelo nel 1534, erano ancora nella bottega di via Mozza nel 1544, quando Lionardo Buonarroti chiese il permesso di venderli. Il permesso gli fu negato, e le sculture rimasero nella bottega fino la 1564, quando furono donate a Cosimo I insieme alla "Vittoria" oggi in Palazzo Vecchio. Come dimostrano le lettere scritte a Cosimo I de' Medici il 22 marzo e il 22 maggio 1564, i quattro Prigioni dell'Accademia furono donati al granduca da Lionardo Buonarroti, il nipote dello scultore, a quella data. Cosimo li fece sistemare dal Buontalenti nella grotta omonima a Boboli, dove già risultavano nel 1591. I 'Prigioni' dell'Accademia furono concepiti da Michelangelo per la sepoltura commisionatagli dal papa Giulio II. Lo scultore lavorò al monumento in fasi alterne per più di quarant'anni, elaborando ben cinque progetti nel 1505, nel 1513, nel 1516, nel 1526, nel 1532 e nel 1542. La versione definitiva, opera in buona parte di altri scultori, fu eretta in S. Pietro in Vincoli a Roma nel 1545 priva di questi schiavi abbozzati a Firenze, degli schiavi eseguiti dal Buonarroti a Roma (oggi al Louvre) e della 'Vittoria' oggi in Palazzo Vecchio a Firenze. I 'Prigioni' dell'Accademia vengono accettati come autografi dalla maggior parte degli studiosi che inoltre concordano sia nel collegarli con il progetto del 1516, sia nel datarli entro il settembre 1534 quando Michelangelo lasciò definitivamente il capoluogo toscano. Sulla loro collocazione all'interno di questo lungo lasso di tempo gli studi esprimono però pareri discordi, sia in base alle valutazioni stilistiche che alle citazioni relative alle sculture nei documenti e nelle fonti. Chi (Justi, etc. ) data queste opere al 1519 lo fa in base ad una lettera del 13 febbraio dove risulta che Jacopo Salviati prometteva al cardinale Aginesis che lo scultore avrebbe eseguito quattro figure entro l'estate dello stesso anno. Wilde suggerisce che il Buonarroti deve aver cominciato il lavoro prima dell'aprile del 1523 perché il cardinale Giulio de' Medici, il futuro Clemente VII, li aveva visti prima della sua partenza per Roma a tale data. Invece il de Tolnay data i 'Prigioni' al 1530-1534, basandosi sullo stile, sui frequenti cenni a sculture incompiute per la sepoltura di Giulio II nel carteggio degli anni 1531-1532, e sulla notizia, tramandata dal Vasari, secondo la quale, mentre Michelangelo era ufficialmente impegnato sul cartone per il 'Giudizio Universale' (ca. 1533), lavorava in realtà su queste statue. Alcuni studiosi (de Tolnay 1954, Baldini 1973, etc. ) cercano di spiegare lo stadio 'non finito' delle sculture soffermandosi sulle intenzioni dello scultore a questo riguardo, sul fascino della loro incompiutezza, già notato nel 1591 dal Bocchi, e sul suo significato, ma al proposito per motivi di spazio si rimanda alla bibliografia. Anche sulla lettura iconologica delle statue, ritenute le Provincie sottomesse da Giulio II dal Vasari, e Arti liberali dal Condivi, si rimanda ai riassunti fatti dalla Barocchi (1962) e dal de Tolnay (1954). Un presunto quinto 'Prigione', oggi conservato in Casa Buonarroti, è stato identificato dal de Tolnay (1965) basandosi su una frase nell'edizione del 1568 della vita vasariana secondo la quale Michelangelo abbozzò a Roma otto statue "et a Fiorenza ne abozzò 5 e finì una Vittoria con un prigion sotto" (pp. 29-30). Ma la critica successiva non è tutta d'accordo, né sull'autografia della statua, né sull'attendibilità e sull'interpretazione delle parole del Vasari (cfr. anche Baldini 1973, n. 76). Secondo il de Tolnay (1951, 1954) questo 'Prigione' dell'Accademia, detto anche 'Atlante' era destinato nel progetto del 1516 all'angolo sinistro del registro inferiore del monumento, cioè al posto occupato nel progetto precedente dallo 'Schiavo ribelle' del Louvre.

Soggetto:

schiavo
Soggetti sacri. Allegorie-simboli: schiavo. Figure: testa maschile di profilo a sinistra.

Estensione:

altezza: cm 277; larghezza: cm 102; profondita': cm 71

Materia e tecnica:

marmo bianco/ scultura

Data di creazione:

1516 - 1534, sec. XVI; 1516 - 1534

Ambito geografico:

Monastero di S. Niccolò di Cafaggio ora Galleria dell'Accademia, via Ricasoli, 58/60, Firenze (FI) - piano terreno, galleria dei Prigioni, secondo a sinistra,inv. Inventario sculture, n. 1080 (1914)

immagine

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Riferimenti

È riferito da: scheda iccd OA: 09-00281982

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Fonte dati

MuseiD-Italia / Galleria dell'Accademia

Identificatore: work_63743

Diritti

Diritti: Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Detentore dei diritti: proprietà Stato

Condizioni d’uso del metadato: Pubblico dominio

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