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Storia di Cupido e Psiche

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Tipo:

Opere; decorazione plastico-pittorica; Oggetto fisico

Categoria:

Elementi architettonici e decorativi

Autore:

Pippi Giulio detto Giulio Romano

La camera è detta "di Psiche" in quanto il soggetto principale della decorazione dipinta consiste nella vicenda di Amore e Psiche narrata nel romanzo "Le Metamorfosi" (o "L'asino d'oro") di Apuleio (libri IV-VI). La decorazione pittorica e plastica si data, secondo la critica più recente, tra giugno 1526 e la fine del 1528 circa, durante la prima fase dei lavori della villa, concentrati negli ambienti dell'ala settentrionale. L'ideazione, la progettazione disegnativa e la regia complessiva, oltre all'assai probabile esecuzione di determinati brani, spetta a Giulio Romano. I collaboratori coinvolti sono i pittori Benedetto Pagni da Pescia, Rinaldo Mantovano, Gianfrancesco Penni e - forse - Gerolamo da Treviso il Giovane, ai quali possono verosimilmente aggiungersi plasticatori del cantiere giuliesco al momento privi di un'identificazione certa. L'iscrizione in caratteri lapidari romani "FEDERICUS GONZAGA II MAR(CHIO) V S(ANCTAE) R(OMANAE) E(CCLESIAE) ET REIP(UBLICAE) FLOR(ENTINAE) CAPITANEUS GENERALIS HONESTO OCIO POST LABORES AD REPARANDAM VIRT(UTEM) QUIETI CONSTRUI MANDAVIT" corre su tutte e quattro le pareti della stanza, separando le dodici lunette soprastanti dalle scene dipinte nella metà superiore delle pareti. Le lunette sono riservate alla continuazione della storia di Amore e Psiche, mentre le pareti vere e proprie ospitano anche altre favole mitologiche: la preparazione di un banchetto ad op era di ninfe e satiri e in presenza di alcune divinità (ovest); il "Bagno di Venere e Marte", "Bacco e Arianna", "Marte insegue Adone" (nord); "Giove e Olimpiade", "Polifemo, Aci e Galatea", "Pasifae" (est); il banchetto di Amore e Psiche (sud). Tra gli studi dedicati all'analisi storico-critica e all'interpretazione del ciclo si segnalano, in particolare, le proposte di D'Arco (1838), Intra (1887), Gombrich (1951), Hartt (1958), Verheyen (1972 e 1977), Signorini (1983), Arasse (1985), Oberhuber (1989). Una minuziosa rilettura critica di tali posizioni è svolta, con aggiornamenti, da Belluzzi (1998) e Cavicchioli (2002). La camera è stata oggetto di numerosi interventi di restauro, a partire dagli anni Ottanta del XVIII secolo quando, sotto la direzione di Giovanni Bottani, alcuni allievi dell'Accademia di Belle Arti ritoccano parti della decorazione murale: per i restauri novecenteschi si rimanda all'apposito campo RS della presente scheda.

Soggetto:

mitologia
Storia di Cupido e Psiche

Estensione:

altezza: m 8.35; larghezza: m 9.73

Materia e tecnica:

affresco finito a secco

Data di creazione:

1526 ca. - 1528 ca.; sec. XVI, secondo quarto; 1526 - 1528

Data di modifica:

1913 - 1919; 1940 - 1943; 1979; 1984; 1985; 2011

Ambito geografico:

Museo Civico di Palazzo Te, Viale Te, 13 - Mantova (MN), Italia - proprietà Comune di Mantova

immagine

Condizioni d'uso della risorsa digitale:
Con attribuzione, no opere derivate, senza riuso commerciale
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Riferimenti

È riferito da: scheda ICCD OA: 0302129003-0

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Fonte dati

MuseiD-Italia / Giulio Romano - Complesso decorativo di Palazzo Te - collezione

Identificatore: work_6552

Diritti

Condizioni d’uso del metadato: Pubblico dominio

  • Pico
  • Mets
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oai:oaicat.iccd.org:@ICCD11599374@

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Mercoli, Giacomo il Vecchio (m. 1785) ; Paganelli, Simone; Reni, Guido (1575-1642) , Psiche spia Cupido dormiente

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