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Eleonora d'Aragona
Busto di gentildonna
Busto

Tipo:

Opere; Busto; Oggetto fisico

Categoria:

Opere d'arte visiva

Autore:

Francesco Laurana (1430 ca.-)

Il Busto di Eleonora d'Aragona rappresenta l'immagine postuma ed estremamente idealizzata dell'infanta aragonese, nipote del re di Sicilia Federico d'Aragona e moglie del signore di Sciacca, conte di Calatabellotta e vicario del regno di Sicilia Guglielmo Peralta, morta nel 1405 nel suo prediletto castello di Giuliana e sepolta, secondo il suo volere, nel vicino monastero di Santa Maria del Bosco di Calatamauro. Sulla sua tomba tale busto era rimasto fin quasi alla fine del secolo scorso, allorchè il Salinas, al quale si deve anche la decisiva attribuzione a Francesco Laurana, lo trasferì nel Museo Nazionale di Palermo per assicurarne la conservazione, con un provvedimento che di fatto ne salvò l'integrità, visto l'estremo degrado in cui versava la abbazia.Carlo Luna, conte di Caltabellotta, discendente ed erede della fortuna di Eleonora d'Aragona, commissionò il busto al Laurana, già ampiamente famoso, il quale, dovendo raffigurare il volto sconosciuto di una persona morta da oltre mezzo secolo, probabilmente eseguì tre esemplari, lasciando al committente saccense quello migliore e trattenendo con sè gli altri due, conservati oggi uno al Louvre e l'altro al Musèe Jacquemart-Andrè di Parigi.Caratteristica comune sono le palpebre semichiuse, che sembrano assumere valore di firma delle opere migliori di Laurana e la veste con scollatura tagliata, che lascia scoperti il petto e le spalle e che sottolinea la linea elegante del lungo collo; la curvatura armoniosa delle spalle, mentre la cuffia a rete rinserra i capelli, lasciando in luce il profilo e l'ovale puro del viso. La Eleonora di Palazzo Abatellis è rappresentata in piena adolescenza, per tramandare ai posteri l'immagine dell'Infanta colta nella sua purezza adolescenziale, ma tuttavia presaga della morte. Nel busto sono impersonati gli ideali della femminilità e della bellezza muliebre quali si erano venuti determinando nel Rinascimento, sia in Italia come nel Meridione della Francia, per suggestione degli astratti modelli di Piero della Francesca. Da essi infatti discendono l'ermetismo dell'espressione e l'aprirsi della forma alla luce, così che peso di materia e naturalità di sentimenti cedono all'assolutezza del simbolo.Il busto è databile tra il 1484 e il 1491, quando Francesco Laurana tornò in Sicilia dalla Francia e verosimilmente gli fu commissionato da Carlo Luna, conte di Caltabellotta, che era stato il suo primo committente siciliano, e che volle onorare la memoria della sua antenata con uno di quei busti ai quali era ormai legata la fama dell'artista.
Busto di donna scolpito

Soggetto:

Busto di gentildonna
Volto ovale con palpebre semichiuse, guance turgide, labbra serrate e narici frementi. Capelli serrati da una cuffia a rete. Lungo collo e curvatura armoniosa delle spalle. Veste con scollatura tagliata a lasciare scoperti il petto e le spalle.

Estensione:

altezza: cm 43; larghezza: cm 40; profondita': cm 21

Materia e tecnica:

Marmo/ scultura

Data di creazione:

1484 - 1491, Sec. XV, Ultimo quarto; 1484 - 1491

Ambito geografico:

Palazzo Abatellis o Patella, Via Alloro, 4, Calatamauro, Palermo (PA), Sicilia - Ala del quattrocento, piano primo, sala IV,inv. 5080 (1954)

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