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angeli reggifestone (in alto)

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Tipo:

Opere; dipinto murale; Oggetto fisico

Categoria:

Pittura

Autore:

Ambrogio da Fossano detto Bergognone

La decorazione della testata del transetto destro presenta una struttura compositiva del tutto analoga a quella del transetto sinistro. In alto, ai lati della finestra circolare (il cui contorno è rilevato da una finta cornice prospettica), due angeli sorreggono con una mano festoni di foglie e frutta e con l'altra due scudi, con gli stemmi del Ducato di Milano e della Contea di Pavia. La resa dei festoni vegetali si avvicina a quella delle ghirlande che incorniciano gli Apostoli dipinti nel transetto destro. Il volto dell'angelo a sinistra sembra anticipato da quello del San Giovanni della pala della Crocifissione (1490), dipinta dal Bergognone per la quarta cappella di destra. Nel catino absidale, invece dell'Incoronazione della Vergine dipinta nel transetto opposto, è qui raffigurata la Madonna con il Bambino benedicente, affiancata da quattro figure in ginocchio, di dimensioni minori. La Madonna e il Bambino sono contenuti in una mandorla dorata, mentre i devoti inginocchiati si stagliano su uno sfondo azzurro che reca ancora traccia delle figure angeliche dipinte in blu. A sinistra, Gian Galeazzo Visconti, fondatore della Certosa, è rappresentato in atto di offrire alla Vergine un modellino della chiesa; dietro di lui, il figlio Filippo Maria Visconti; a destra, Galeazzo Maria Sforza e il figlio Gian Galeazzo Sforza. I ritratti sono stati a lungo identificati con Gian Galeazzo Visconti e i suoi figli Giovanni Maria, Filippo Maria e Gabriele (a causa della sommaria e confusa descrizione fornita nel Manoscritto Braidense, secondo cui vi sarebbero "nella mezza scudella nella quale è la Beata Vergine il I° duca fondatore il duca Filippo, duca Galeazo et duca Giovanni Galeazo suoi figlioli") e intesi come segno che l'affresco commemorasse la fondazione della Certosa (1396). In realtà, tale identificazione contrasta con i dati biografici dei personaggi (nel 1396 i figli di Gian Galeazzo erano ancora bambini e poco plausibile sarebbe la presenza in un contesto ufficiale di Gabriele, figlio illegittimo) e con i raffronti con altri ritratti, che hanno permesso la corretta lettura della scena, volta come quella del lato opposto del transetto a sottolineare la legittimità del dominio sforzesco. Ogni duca indossa un abito dalla foggia coerente con il periodo storico in cui è vissuto e decorato con il suo stemma e le sue imprese: Gian Galeazzo ha l'impresa della colombina, Filippo Maria l'impresa del "capitergium cum glassa" (il fazzoletto o velo annodato), Galeazzo Maria Sforza lo stemma dei Visconti e l'impresa dei tizzoni ardenti con i secchi. Ai lati del catino absidale, si trovano affrescati quattro Santi. Sulla parete sinistra sono dipinti San Giovanni Battista, vestito di pelli, e San Gerolamo, in abito cardinalizio. Il primo era patrono dell'ordine certosino e del duca Gian Galeazzo Visconti, mentre il secondo costituiva un esempio di vita eremitica e lavoro intellettuale a cui i certosini si ispiravano. Sulla parete destra figurano Bernardo da Chiaravalle, fondatore dei cistercensi e venerato dall'ordine certosino, e Sant'Egidio, la cui presenza è forse spiegabile con uno speciale rapporto con la corte sforzesca. Come per i ritratti dei duchi, anche l'individuazione dei Santi laterali non è stata agevolata dal Manoscritto Braidense, che elencava i "santi Giovanni, Hieronimo, Bernardo et Gilio prete". San "Gilio" è stato spesso identificato con Giulio e qualificato come "prete", quando invece è probabilmente da intendere come l'errata trascrizione di "pretio" (prezzo, corrispondente alle L. 350 pagate al Bergognone per la realizzazione della decorazione). Tali frantendimenti hanno anche portato a dubitare dell'attribuzione di tali figure, talvolta assegnate al Bramante, che le avrebbe aggiunte in un momento successivo alla composizione bergognonesca. Sebbene il nome del Bramante si sia ripetuto in diverse guide e studi dei secoli XIX e XX, non vi è da dubitare sull'autografia bergognonesca dell'intera testata del transetto destro, come ribadito dagli interventi critici più recenti. Tali affreschi costituiscono anzi il punto di arrivo della maturazione del pittore: le sue figure acquistano progressivamente una maggiore monumentalità sulla base della conoscenza delle opere del Bramante, anche se il Bergognone tende a stemperare tale grandiosità in un pacato naturalismo e in una raffinata sensibilità coloristica.

Soggetto:

angeli reggifestone (in alto)

Estensione:

larghezza: m 10.50

Materia e tecnica:

intonaco/ pittura a fresco

Data di creazione:

1492 ca. - 1494 ca.; sec. XV; 1492 - 1494

Data di modifica:

1988 - 1989; 1997

Ambito geografico:

viale Monumento, 4 - Certosa di Pavia (PV), Italia - proprietà Stato: Demanio

immagine

Condizioni d'uso della risorsa digitale:
Con attribuzione, no opere derivate, senza riuso commerciale
Quest'opera di MetsTeca è distribuita con Licenza Con attribuzione, no opere derivate, senza riuso commerciale.

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Riferimenti

È riferito da: scheda ICCD OA: 0300702348-0

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Fonte dati

MuseiD-Italia / Transetto, sacrestia vecchia e lavabo - collezione

Identificatore: work_85596

Diritti

Condizioni d’uso del metadato: Pubblico dominio

  • Pico
  • Mets
  • vedi la scheda in MuseiD-Italia

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