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Santi, Profeti e monaci certosini

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Tipo:

Opere; dipinto murale; Oggetto fisico

Categoria:

Pittura

Autore:

Zenale Bernardino

La fascia decorativa a grisaille che corre lungo tutto lo zoccolo del transetto presenta tondi figurati con Santi, Profeti e monaci certosini (una fascia analoga correva anche sullo zoccolo del coro, di cui rimangono alcuni lacerti pubblicati recentemente). In origine i tondi dovevano essere ventinove, ma attualmente quelli dietro gli altari del transetto e dietro il monumento di Gian Galeazzo Visconti (in tutto nove) non sono giudicabili perchè intonacati o visibili a fatica e altri quattro sono stati sostituiti da lapidi seicentesche. E' palese la presenza di mani diverse: non solo il Bergognone e la sua bottega, come è stata opinione comune per lungo tempo, ma anche artisti come Jacopino de Mottis e Bernardo Zenale. Sulla parete sinistra del transetto sinistro si incontra per primo il tondo con San Giorgio e il drago: una scena cortese ambientata in un paesaggio brullo in cui si distingue una sorta di "capanna-igloo". L'attribuzione allo Zenale (S. Buganza, 1997) si fonda sul confronto tra il monocromo certosino e opere zenaliane come il Polittico di Treviglio o il trittico Kress-Contini. Il secondo tondo ritrae San Girolamo piangente, accompagnato dal crocifisso e dal cappello cardinalizio. Proseguendo sulla sinistra, all'interno dell'absidiola si situano: San Sebastiano, raffigurato come un personaggio cortese con in mano la spada e le frecce, San Paolo Eremita con il bastone e la tunica grezza di corteccia e un Santo martire con in mano una palma e un ramo di ghiande. Questi tre tondi sono stati lasciati nell'anonimato da R. Battaglia (1988), che tuttavia rilevava nel San Sebastiano l'alta qualità esecutiva e alcune peculiarità, come il saldo impianto prospettico e la definizione grafica dei tratti fisionomici. Proprio per il San Sebastiano è stata recentemente avanzata un'attribuzione a Francesco de Tatti (G. Romano, 2011), anche se tale ipotesi non è in gran parte condivisa dagli studiosi. Pertanto si mantiene l'assegnazione a pittore lombardo di fine secolo XV. Spostandosi sulla parete destra del transetto, si incontrano i tre tondi dell'absidiola, raffiguranti San Giuseppe d'Arimatea, un uomo in preghiera e Nicodemo. Dal punto di vista attributivo, i tondi erano stati assegnati dalla Battaglia a Jacopino de Mottis, attivo anche in altre parti del transetto, ma recentemente (S. Buganza, 1997; B. Bentivoglio Ravasio, 2006 e 2011) tali affreschi sono stati inseriti nel gruppo di opere realizzate da un pittore lombardo (già definito "maestro bramantesco") identificato tentativamente in Bernardino Bergognone, fratello del più famoso Ambrogio, a cui spetterebbero anche gli ultimi due tondi del transetto sinistro, raffiguranti re Davide e Salomone. Passando al transetto destro, sulla parete sinistra si incontra una bellissima figura di Profeta, in cui S. Buganza riconosce nuovamente la mano dello Zenale: notevole è l'abilità dimostrata dall'artista nell'inserire la figura in uno spazio reale, in cui l'effetto illusionistico è accentuato dalla posizione scorciata del libro, dalla proiezione dell'ombra sulla parete di fondo e dall'ondeggiare delle nappe del copricapo. Sulla parete opposta, gli ultimi cinque tondi dello zoccolo raffigurano due Profeti e tre monaci certosini. Il Santo certosino in lettura (l'ultimo tondo della parete destra a partire dall'altare), posto di fronte al Profeta zenaliano, mostra analoghi effetti di illusionismo: è fortemente scorciato dal basso, un lembo della sua veste fuoriesce dal tondo e il suo libro sembra invadere lo spazio dello spettatore. Anche in questo caso, il Santo è stato accostato a esempi zenaliani come i Padri della Chiesa del Polittico di Treviglio, soprattutto per il gesto elegante con cui viene maneggiato il libro. Maggiori perplessità suscita il vicino Profeta con cartiglio (forse Ozia). La somiglianza con il Profeta della parete opposta è evidente, ma la qualità non sembra la stessa (è probabile che la causa sia dovuta alle condizioni di conservazione del tondo, che deve aver sofferto per le infiltrazioni di umidità). Pur con qualche riserva, allo Zenale potrebbe essere assegnato anche il Santo certosino in lettura a sinistra del Profeta con cartiglio. Forse di Jacopino de Mottis è invece il certosino in preghiera, il cui viso sarebbe stato accostato da R. Battaglia al Sant'Ugo di Grenoble del trittico di Susa e al Beato Reginaldo dipinto su uno dei pilastri in Santa Maria delle Grazie a Treviglio (vedi Ballarin, 2010).

Soggetto:

Santi, Profeti e monaci certosini

Estensione:

diametro: cm 108

Materia e tecnica:

intonaco/ pittura a fresco

Data di creazione:

1494 ca.; sec. XV; 1494

Ambito geografico:

viale Monumento, 4 - Certosa di Pavia (PV), Italia - proprietà Stato: Demanio

immagine

Condizioni d'uso della risorsa digitale:
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Riferimenti

È riferito da: scheda ICCD OA: 0300702350-0

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Fonte dati

MuseiD-Italia / Transetto, sacrestia vecchia e lavabo - collezione

Identificatore: work_85598

Diritti

Condizioni d’uso del metadato: Pubblico dominio

  • Pico
  • Mets
  • vedi la scheda in MuseiD-Italia

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