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Angelica e Medoro incidono i loro nomi sulla corteccia dell'albero

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Tipo:

Opere; gruppo scultoreo; Oggetto fisico

Categoria:

Scultura

Autore:

Monti Gaetano Matteo

Il gruppo è pervenuto nelle raccolte della Pinacoteca, insieme all'Igea (inv. n. S0003), attraverso il lascito, nel 1854, dell'avvocato Pietro Bartolomeo Repossi. Opera dell'attività estrema del ravennate, incarna gli ideali della statuaria neoclassica pur esercitandosi su un tema desunto dall'ariostesco poema dell'Orlando Furioso, tema a tutti gli effetti consacrato dalla corrente arcadica e amato per la sua vena a metà tra il sottinteso erotico e il languore amoroso. Monti pone i due giovani l'uno seduto a terra, l'altra inginocchiata, intenti a scrivere i loro nomi sulla corteccia di un albero. La giovane donna poggia il braccio destro sulla spalla dell'uomo e avvicina il capo a quello di lui. L'alto magistero canoviano è ben visibile nella languida morbidezza delle due figure e nell'intensità psicologica raggiunta dall'artista nel delineare il fragile sentimento dell'innamoramento giovanile. Seppure di disegno perfettamente classico il profilo di Angelica non accenna alla rigida freddezza che si può invece rintracciare nella Filologia del Monumento a Stefano Antonio Morcelli della parrocchiale di Chiari, opera dello stesso Monti. Qui è tutto un rincorrersi di sensuali sottintesi che non permettono alla convenzione accademica di raggelare le figure; seppure desunti da prototipi della scultura ellenistica, com'è il caso di Medoro, accostabile al celeberrimo Galata morente, noto attraverso diverse copie di età romana, o l'Angelica, che pare riferirsi un po' meno alla lettera all'Afrodite al bagno, pure conosciuta attraverso copie romane e divenuta già in epoca rinascimentale esempio di nitore della statuaria classica, i due giovani sono trattati dal Monti con una sensibilità tutt'altro che antiquaria e per questo mantengono quel senso di pura sensualità che ancor oggi affascina (caso raro per la scultura neoclassica) e che dovette affascinare lo stesso Repossi che volle farsi ritratte seduto allo scrittoio avendo alle spalle proprio questo gruppo marmoreo.

Soggetto:

letteratura
Angelica e Medoro incidono i loro nomi sulla corteccia dell'albero

Estensione:

altezza: cm 84.6; larghezza: cm 73; profondita': cm 112

Materia e tecnica:

marmo di Carrara

Data di creazione:

1842 post; sec. XIX; 1842

Ambito geografico:

Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi - Pinacoteca Repossi, Via Bernardino Varisco, 9 - Chiari (BS), Italia, inv. S00004 (1991) - proprietà privata

immagine

Condizioni d'uso della risorsa digitale:
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Riferimenti

È riferito da: scheda ICCD OA: 0300642005

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Fonte dati

MuseiD-Italia / Raccolte d'arte della Fondazione Biblioteca Morcelli Pinacoteca Repossi - raccolta

Identificatore: work_864

Diritti

Condizioni d’uso del metadato: Pubblico dominio

  • Pico
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