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Prometeo anima l'uomo col fuoco rubato agli dei

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dipinto

Tipo:

Opere; dipinto; Oggetto fisico

Categoria:

Opere d'arte visiva

Autore:

Luchi Giuseppe Antonio detto Diecimino

La tela è citata, insieme al suo pendant raffigurante Sansone e Dalila (?), nell'"Elenco dei quadri ritirati il giorno 20/11/1952 dal palazzo Massoni di Lucca per conto della Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie di Pisa e trasportati in Pinacoteca di Lucca", in seguito al lascito testamentario del marchese Vincenzo Massoni. Il dipinto, riconosciuto al Luchi dalla Meloni, forse sulla scorta della sigla G.A.L. presente sul retro del già menzionato pendant, è esposto nell'ala ottocentesca del Museo Nazionale di Palazzo Mansi dal 1993. Come giustamente sottolinea il Tosi, la tela costituisce una rara e preziosa testimonianza della produzione profana del Diecimino svolta prevalentemente, almeno secondo l'attestazione del Trenta, tra il 1738 e il 1746, quando il pittore risiedeva a Lucca sotto la protezione del medico Tommaso Lippi. La scelta del soggetto - la leggenda di Prometeo inventore delle arti plastiche (Metamorfosi, I, 76-88) - si riallaccia a modelli seicenteschi, come il ciclo di affreschi del Guercino nella Casa Fabri a Cento, mentre i riferimenti alla pittura bolognese, costante punto di riferimento per il Luchi, si evidenziano nel ricordo di certe interpretazioni reniane fornite dal Creti (si pensi al San Girolamo in Collezione Hercolani) che ritorna nella figura del protagonista. Forse memore dell'esercizio di "ridisegnare le statue di gesso" nella bottega del Tiepolo, il Diecimino immagina la scena con notevole felicità inventiva, fissando il momento in cui Prometeo con la torcia accesa sta per donare la vita alla statua d'argilla (Tosi 1993, p. 46), secondo le stesse movenze che animano l'aguzzino ritratto, in controparte rispetto a Prometeo, sulla destra del Martirio di San Bartolomeo nell'Oratorio della Villa Trenta, oggi Bresciani, a Montramito. Il Ciardi rileva come le forme paiono corrose dall'addensarsi delle ombre, mentre i contrasti di luce accentuano i volumi e le strutture delle figure, rivelando volti, spalle e membra in modo analogo a quanto si può osservare nella Natività della chiesa pisana di Sant'Anna eseguita dal Luchi nel 1751 (Ciardi 1993, p. 29).

Soggetto:

Prometeo anima l'uomo col fuoco rubato agli dei
Personaggi: Prometeo. Oggetti: statua d'argilla; fiaccola; piedistallo.

Estensione:

altezza: cm 105; larghezza: cm 90

Materia e tecnica:

tela/ pittura a olio

Data di creazione:

sec. XVIII; 1736 - 1749

Ambito geografico:

Museo Nazionale di Palazzo Mansi, Palazzo Mansi, via Galli Tassi, Lucca (LU) - Primo piano, Camera azzurra, inv.

immagine

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Riferimenti

È riferito da: Scheda ICCD OA: 09-00526944

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Fonte dati

MuseiD-Italia / Museo Nazionale di Palazzo Mansi

Identificatore: work_93425

Diritti

Detentore dei diritti: proprietà Stato, SBAPPSAE Lucca e Massa Carrara

Condizioni d’uso del metadato: Pubblico dominio

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