Complesso archeologico Teatro antico e Odeon di Catania (luogo ad uso pubblico, teatro, odeon)
Tipo:
luogo ad uso pubblico; image
Categoria:
Aree archeologiche
Il Complesso archeologico del Teatro antico e Odeon di Catania occupa un’area di circa 6.400 mq., che si sviluppa sul pendio meridionale della collina di Montevergine ed è delimitata dalla via Teatro greco a nord, da piazza S. Francesco d’Assisi ad est, via S. Agostino ad ovest e via Vittorio Emanuele II a sud, con ingresso principale da quest’ultima. Il Complesso si identifica come un sito archeologico pluristratificato, per la presenza di rilevanti testimonianze che vanno dai primi insediamenti preistorici alle fasi urbane greca (Katane) e romana (Catina) della città di Catania. Inoltre, lungo i margini dell’isolato su cui esso sorge, sono presenti edificazioni, in parte costruite sui resti archeologici, che si sono stratificate nei secoli e che oggi risultano integrate nel Complesso con nuove destinazioni d’uso (Antiquarium di Casa Pandolfo, Casa dell’Androne, Casa del Terremoto, Antiquarium di Casa Liberti). L’area della collina su cui sorge il sito era interessata in antico da un avvallamento, delimitato dai lembi di un costone lavico affacciato su di una vallata in cui si trovava uno specchio d’acqua prossimo al mare, identificabile, secondo la tradizione popolare, con il fiume Amenano; dalle vene sotterranee di quest’ultimo ancora oggi trarrebbe origine la polla d’acqua che costantemente allaga l’orchestra del Teatro. Nella parte nord dell’area archeologica sono state rinvenute tracce di insediamenti umani del Neolitico medio e tardo, costituite da frammenti di vasi, alcuni con decori incisi; una fase successiva, attribuita agli inizi dell’Eneolitico in base alla datazione al radio carbonio, ha restituito resti di capanne di un villaggio (piccoli tratti di muri e parti di rivestimenti in argilla bruciata) e di animali da allevamento, oltre che reperti in ceramica con decori incisi o dipinti e strumenti in pietra e in osso. TEATRO ANTICO: Il Teatro, per il quale è stata ipotizzata una capienza originaria di circa 7.000 spettatori, occupa la parte centrale dell’area archeologica con la cavea costituita da nove cunei, delimitati da otto scalette radiali, e suddivisa orizzontalmente in tre settori da due corridoi (praecinctiones). L’ima cavea, delimitata in basso da un unico gradone in pietra lavica e dal canale di scolo delle acque (euripo) è direttamente poggiata sul pendio naturale, mentre la media e summa cavea sono sostenute da muri radiali attraversati da tre ambulacri; questi ultimi sono collegati tra loro da scale e muniti di vomitoria di accesso ai settori delle gradinate. La cavea conserva solo alcuni dei gradini originari, ed è occupata alle due estremità laterali da edificazioni successive, che ne interrompono la continuità. La parte alta del Teatro si erge sulla via Teatro greco con il monumentale prospetto, in parte conservato, in origine scandito da aperture ed esedre con statue e dotato di scale di accesso alla parte sommitale. Il terzo ambulacro manca dell’ultima porzione orientale, crollata probabilmente a causa del terremoto del 1693; ad esso, inoltre, si addossava un elegante loggiato sostenuto da colonne (porticus in summa gradatione), oggi non più esistente. Si conserva in parte, soprattutto sul lato est, il complesso sistema di strutture e corridoi di collegamento tra la cavea, l’edificio scenico e l’orchestra. La parodos orientale comunica con il grande atrio est di accesso al Teatro, nel quale si conservano le aperture (versurae) da cui accedeva il pubblico. In questa parte del sito archeologico, rivolta verso piazza S. Francesco d’Assisi, sono state messe in luce parti del prospetto est ed una scala di accesso ai livelli superiori del Teatro. Dell’imponente edificio scenico, la cui metà occidentale è occupata da un palazzo ottocentesco, sono state rinvenute parti della scena e delle porte da cui gli attori accedevano al palcoscenico: una piccola porzione della porta regia, posta al centro, e la porta hospitalis orientale. La monumentale fronte scena (scaenae frons), crollata, si presentava a più ordini colonnati ed era decorata da ricchi rivestimenti marmorei, dei quali sono stati rinvenuti capitelli corinzi, colonne e frammenti di architravi con eleganti modanature. Negli strati di crollo, in varie parti, sono stati rinvenuti anche frammenti di statue, come la testa in marmo esposta nell’Antiquarium di Casa Pandolfo, forse un ritratto ufficiale di Marco Aurelio. Nell’area del palcoscenico (pulpitum) è visibile la fronte, pertinente ad una fase di rifacimento, con piccole esedre e scalette e con rivestimenti in marmi di riutilizzo, conclusa da una ricca cornice a motivi vegetali. Davanti al pulpitum è stato rinvenuto il gruppo marmoreo frammentario di Leda col cigno, copia romana dell’originale di Timotheos, anch’essa esposta nell’Antiquarium del Teatro antico. Nel cavo del palcoscenico è visibile una struttura molto interessante in blocchi di calcare isodomi, identificata dagli studiosi come parte del logheion di età greca, l’originario palcoscenico su cui si sovrappose la fondazione della scena di età romana. Nel settore centrale dell’ima cavea è presente una cisterna, collegata ad un articolato sistema di adduzione dell’acqua proveniente dalle zone alte della città e utilizzata nel periodo tardoantico per realizzare giochi acquatici nell’orchestra. Al limite inferiore della cavea, alcuni gradoni e parte dell’euripo si presentano obliterati da un podio rivestito da lastre di prezioso marmo cipollino, che probabilmente in origine ornavano la fronte della scena. L’orchestra conserva gran parte del pavimento marmoreo policromo, in opus sectile; il disegno originario con grandi cerchi inscritti entro quadrati è alterato da integrazioni di lastre di marmo bianco, in parte di reimpiego, segni di un rifacimento operato già in antico. Nella parte est dell’orchestra è presente un pozzo, realizzato in età moderna ad uso delle abitazioni costruite sui resti del monumento romano. La parte ovest è occupata tuttora da un tratto residuo della via Grotte, che già in età medievale risaliva il salto di quota dell’isolato, collegando i vari cortili delle case del quartiere omonimo costruite ad anfiteatro sulle rovine del monumento. Alcune delle edificazioni successive, ancora presenti in varie zone del Complesso, rappresentano la peculiare stratificazione del sito: la Casa del Terremoto, un’abitazione del XVII secolo edificata all’estremità orientale del terzo ambulacro, in cui sono stati trovati reperti e testimonianze risalenti al terremoto del 1693; la Casa dell’Androne, su via Teatro greco, nelle cui fondamenta è stato rintracciato un muro di età arcaica - forse appartenente alla cinta muraria della città greca - e oggi sede di spazi polifunzionali; alcuni palazzetti lungo il prospetto est del Teatro. Sul fronte sud, su via Vittorio Emanuele II, l’atrio di ingresso al Complesso archeologico è ubicato entro un ex fondaco ed introduce all’Antiquarium dell’ex Casa Pandolfo; qui sono esposti alcuni tra i marmi più significativi rinvenuti nel sito, provenienti dalla decorazione dell’edificio scenico del Teatro romano, oltre ad alcuni elementi architettonici databili al XVIII secolo, appartenenti alle abitazioni sorte sul monumento. All’interno dell’Antiquarium sono visibili anche i resti di una casa cinquecentesca, sulla quale venne edificato nel Settecento il palazzetto Pandolfo. Un interessante excursus cronologico dei reperti rinvenuti durante le numerose campagne di scavo, dalla preistoria all’età moderna, costituisce l’esposizione dell’Antiquarium di Casa Liberti, nella parte nord del Complesso su via Teatro greco. L’allestimento museale è ricavato al piano nobile del palazzetto appartenuto alla famiglia Liberti; al piano terra di quest’ultimo si trova la Sala dell’Esedra, spazio polifunzionale in cui è stata messa in luce una parte del prospetto nord del teatro romano. ODEON: Nella parte ovest del sito archeologico, delimitata da via Sant’Agostino e da via Teatro greco a nord, è situato l’Odeon, posto all’incirca alla quota del terzo ambulacro del Teatro romano e ad esso collegato tramite una grande scala posta tra i due monumenti. L’Odeon, di dimensioni minori, presenta lo stesso orientamento del Teatro, con la cavea rivolta a sud-est. Quest’ultima, in cattive condizioni di conservazione, presenta un primo ordine di gradini che si diparte direttamente dall’orchestra, concluso da una stretta praecinctio; da questa si sviluppano le altre gradinate, divise in cunei. La cavea, in gran parte mancante dei rivestimenti, è poggiata su 18 setti murari disposti a raggiera, che delimitano vani a pianta trapezoidale, coperti da volte tronco-coniche rampanti e aperti ciascuno verso l’esterno da un’arcata. Il prospetto esterno, impreziosito dalla bicromia dei materiali in pietra lavica e laterizio, è articolato dalla successione delle arcate, poggianti su ritti collegati da un architrave retto in blocchi squadrati di pietra lavica. Questo caratteristico elemento architettonico corre orizzontalmente lungo tutto il prospetto al di sotto dell’imposta degli archi, con la probabile funzione originaria di alloggiare la parte superiore di porte o cancelli di chiusura. Il coronamento del prospetto, in grossi monoliti di pietra lavica, è quasi del tutto mancante. L’orchestra, in marmi policromi, presenta danneggiamenti dovuti soprattutto alle edificazioni successive, in particolare del palazzo Sigona, che ingloba tuttora l’area della scena
Lingua:
it
Soggetto:
luogo ad uso pubblico
Formato:
m, superfice: 6400 (mq) ; larghezza: 81 ; lunghezza: 155 ; varie: Teatro: diametro della cavea, 98; diametro dell'orchestra, 22. Odeon: diametro della cavea, 42 ca. La capienza della cavea stimata in origine era di 7.000 spettatori per il Teatro e di 1.500 spettatori per l'Odeon
Data:
PERIODIZZAZIONI/ ARCHI DI PERIODI; 5520 a.C. ca - 500 d.C. ante
Copertura:
Sicilia (CT) - Catania
Ambito geografico:
via Vittorio Emanuele II, 266 - Catania (CT), Sicilia - Italia
Fonte:
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Fonte dati
Identificatore: 19 00382811
Citazione bibliografica: bibliografia specifica: Regione siciliana. Assessorato dei beni culturali e dell'identità siciliana, 2016; bibliografia specifica: Regione siciliana. Assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana, 2015; bibliografia specifica: Buda Giovanna, 2015; bibliografia specifica: Iozzia Anna Maria, 2015; bibliografia specifica: Nicoletti Fabrizio, 2015; bibliografia specifica: Taormina Agata, 2015; bibliografia specifica: Pautasso Antonella, 2015; bibliografia specifica: Regione siciliana. Assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana, 2013; bibliografia specifica: Scaglione Giannantonio, 2012; bibliografia specifica: Regione siciliana. Assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana, 2012; bibliografia specifica: Regione siciliana. Assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana, 2010; bibliografia specifica: Branciforti Maria Grazia, 2010; bibliografia specifica: Pagnano Giuseppe, 2010; bibliografia specifica: Taormina Agata, 2010; bibliografia specifica: Arcifa Lucia, 2009; bibliografia specifica: Privitera Santo, 2009; bibliografia specifica: Regione siciliana. Assessorato dei beni culturali, ambientali e della pubblica istruzione, 2008; bibliografia specifica: Tortorici Edoardo, 2008; bibliografia specifica: Regione siciliana. Assessorato dei beni culturali e della pubblica istruzione, 2007; bibliografia specifica: Pagnano Giuseppe, 2007; bibliografia specifica: Regione siciliana. Assessorato dei beni culturali e della pubblica istruzione, 2005; bibliografia specifica: Branciforti Maria Grazia, 2005; bibliografia specifica: Università di Napoli, 2005
Diritti
Diritti: proprietà Ente pubblico territoriale
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