Gli esuli di Siena
gruppo di figure
dipinto
Tipo:
Opere; dipinto; Oggetto fisico
Categoria:
Opere d'arte visiva
Autore:
Dipinto a olio su tela raffigurante un gruppo di persone in cammino fuori dalla città di Siena. Il folto gruppo di uomini e donne, tutte acconciate secondo la moda cinquecentesca, procede da destra verso sinistra. Al cent ro del gruppo si nota una figura maschile in piedi, vista frontalmente, i n posizione di stallo. Accanto, sulla destra, il profilo di un anziano ri curvo, prostatrato, con entrambe le braccia lasciate cadere verso il basso . Sulla estrema destra una madre che tiene in braccio un bambino e ne ha u n secondo attaccato alla gonna. Dalla parte opposta, sulla sinistra, due u omini che parlano mentre camminano, seguiti da un asino su cui siede una d onna. Numerose anche le figure in secondo piano. Sullo sfondo, in lontanan za su una collina, una città cinta da mura, Siena. L'andamento mosso della colline dello sfondo è ripreso dai cumuli di nubi all'umbrunire.
Si tratta del bozzetto del celeberrimo quadro omonimo, realizzato nel 1856 e perduto durante la seconda guerra. L'idea risaliva al 1842, come attest a un documento, sottoscritto, tra gli altri, dal Conte De larderel, la Pie tro bastogi e da Vincenzo Malenchini. Il municipio di Livorno lo acquistò, dietro consiglio di una commissione costituitasi appositamente, nel 1858. Il quadro narra l'emigrazione dei senesi dopo l'occupazione della città d a parte di Carlo V che la consegnò a Cosimo, Duca di Toscana. Siena si arr ese il 17 aprile 1555 e il 21 dello stesso mese cominciò l'emigrazione. ' Gli esuli di Siena' fu un quadro apprezzato dalla critica contemporanea (c fr. ad esempio Vannucci 1856, Giotti 1856) che vide in esso e nel 'San Lor enzo' una fase più matura dell'arte del pittore "... meno ricca se vuolsi di effetto, ma più vera, più nostra e maggiormente sentita" (Saltini 1862 , p. 60). L'ammirazione dei contemporanei si espresse attraverso attestat i di stima anche da parte dei non 'addetti ai lavori', è il caso della bel la lettera di Enrico Mayer, nella quale l'intellettuale livornese dichiara il proprio pentimento per essere uscito dal Comitato che aveva commission ato l'opera al Pollastrini: "(...) Quali pur si fossero le cause, dovevan esser vinte dalla considerazione che quando giovin artista, il quale aveva già dato prova del valor suo, dichiarava sentirsi inspirato a crear cosa da crescer fama a se stesso e onore alla patria, gli andava perestato fede e favore. Io così non feci, e me ne duole, e sento il bisogno di dirghiel o." (B.L.C.D. -Villa Maria, lettere e documenti diversi rigurardanti Enric o Pollastrini direttore dell'Accademia di belle Arti di Firenze, fasc. 14) . Non mancarono invece all'opera le aspre critiche di Luigi Mussini, nell 'ambito di una generale disapprovazione nei confronti dei tentativi di rin novamento del genere storico da parte dei circoli artistici fiorentino e r onaìmano ( sfr. Spalletti 1994, p. 316). la grande tela distrutta dalla g uerra visse vicende tormentate circa la propria collocazione, prima di far parte della pinacoteca e di seguire, quindi, lo spostamento dall'ex Palaz zo Reale alla sede di piazza Guerrazzi. La minuta di una lettera a Riccard o Berrettoni, datata 9 gennaio 1864, rivela un Pollastrini inedito, ironic o, anzi sarcastico, che evidentemente interrogato dall'amico se consordass e o no sull'ultima destinazione scelta per la grande tela ( i locali del L iceo classico) non esita a dichiarare la propria indifferenza alla questio ne e mostra, semmai, un vago interessa - sotto forma di blando suggerimen to - per la fonte luminosa, che deve provenire dall'alto (B.L.C.D: -Villa Maria, Lettere e documenti diversi riguardanti Enrico Pollastrini direttor e dell'Accademia di belle Arti di Firenze, fasc. 21). Il Museo Civico Gio vanni Fattori possiede cinque studi a matita preparatori dell'opera. Il bo zzetto fu acquistato dal Comune nel 1989.
Soggetto:
gruppo di figure
Estensione:
altezza: cm 30; larghezza: cm 39
Materia e tecnica:
tela/ pittura a olio
Data di creazione:
sec. XIX; 1845 - 1850
Ambito geografico:
Museo Civico "Giovanni Fattori", Villa Mimbelli, Livorno (LI), inv. Mun.Li 1136 (1957)
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Riferimenti
È riferito da: Scheda ICCD OA: 09-00267164
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Fonte dati
MuseiD-Italia / Collezione permanente
Identificatore: work_66435
Diritti
Detentore dei diritti: proprietà Ente pubblico territoriale, Comune di Livorno
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