CACCIATA DI ELIODORO DAL TEMPIO
DIPINTO
Tipo:
Opere; DIPINTO; Oggetto fisico
Categoria:
Opere d'arte visiva
Autore:
Solimena Francesco (1657 - 1747)
In una sua lettera al Solimena, datata 13 novembre 1723, Vittorio Amedeo II dice di sperare di ricevere prima possibile il quadro raffigurante La cacciata di Eliodoro dal tempio, il terzo ordinato dal sovrano piemontese al pittore napoletano dopo il Davide vincitore degli Amaleciti e la Regina di Saba (F. Bologna, Francesco Solimena, Napoli 1958, pp. 193-194). In data 11 dicembre 1723 è segnato, tra i Conti della Real Casa, un pagamento di 100 ducati di Napoli come saldo dei 700 pattuiti per il primo di due dipinti commissionati a Solimena "rappresentante l'istoria d'Eliodoro" e altri 600 come acconto "del secondo che sta facendo" e 23 lire per le spese di trasporto da Genova a Torino del primo quadro già pervenuto a Palazzo Reale: la tela inv. 381 fu, dunque, eseguita tra il 1721 (quando già le prime due opere si trovavano nella capitale sabauda, come attesta un pagamento per la doratura delle rispettive cornici datato 25 agosto) e il 1723, giungendo a destinazione tra il 13 novembre e l'11 dicembre di quell'anno (i documenti sono pubblicati in A. Baudi di Vesme, Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, vol. III, Torino 1968, pp. 995-996). Bernardo De Dominici riferisce che i quadri realizzati da Solimena per Vittorio Amedeo II "riuscirono di tanta bellezza, e soddisfazione di quel Principe, che gli testimoniò in una sua lettera, che ogni qual volta gli conveniva passare per quella stanza ov'erano collocati i suoi quadri, egli non potea far a meno di non fermarsi, forzato dalla bellezza di essi, per riguardargli di nuovo" (Vite de' pittori, scultori, ed architetti napoletani, Napoli 1742, vol. III, p. 602: ristampa anastatica Bologna 1971). ||La Descrizione delle pitture, sculture et altre cose piu notabili del Real Palazzo e Castello di Torino redatta nel 1754 segnala il dipinto raffigurante "Eliodoro scacciato dal Tempio - di Solimeni" (n. d'ordine 71) nel Gabinetto Primo del palazzo, insieme alle altre tre tele eseguite dal pittore campano per Vittorio Amedeo II e ai quadri di soggetto biblico richiesti da Filippo Juvarra a Sebastiano Conca, Agostino Masucci, Giovanni Battista Pittoni e Francesco Monti (S. Pinto a cura di, Musei d'arte a Torino. Cataloghi e inventari delle collezioni sabaude, fascicolo III, Torino 1994, p. 4). Il Cochin, che le vede durante il suo viaggio in Italia nel 1751, ne mette in evidenza una certa durezza nella resa della luce e delle ombre, rilevandone, però, anche la grande qualità del disegno, soprattutto nell'esecuzione delle teste, la freschezza dei colori e il rigore della composizione (Voyage d'Italie, ou recueil des notes sur les ouvrages de Peinture de Sculture, qu'on voit dans les principales villes d'Italie, Parigi 1773, tomo I, pp. 13-14). ||Nel 1777, al momento della redazione del Catalogue des Tableaux des plus excellens Peintres Italiens Flamands et hollandois Existans Dans les Galleries Appartamens Cabinets de S. M. le Roi de Sardaigne da parte di Pietro Paolo Wehrlin (S. Pinto a cura di, Musei d'arte a Torino. Cataloghi e inventari delle collezioni sabaude, fascicolo IV, Torino 1994, p. 5), l'opera è registrata nella medesima collocazione in cui si trovava all'atto della stesura dell'inventario del 1754 (n. d'ordine 205). Un inventario topografico fatto redigere da Carlo Felice nel 1822 la segnala sulla parete a levante della Camera detta appunto "del Solimena" dalla presenza delle quattro tele commissionate da Vittorio Amedeo II all'artista (n. 8). Risulta menzionata, tra i Classici Italiani, anche in un secondo inventario ordinato per scuole, senza data, ma compilato negli stessi anni: "161. L'Angelo del Signore scaccia i Negozianti dal Tempio." (Conoscere la Galleria Sabauda. Documenti sulla storia delle sue collezioni, Torino 1982, p. 123).||I due registri inventariali della regia pinacoteca del 1851 e del 1853, il catalogo di Carlo Benna (1857, p. 21, n. 94) e quello del Callery, che ne dà un giudizio fortemente negativo (La Galerie Royale de Peinture de Turin, Torino 1859, p. 145, n. 94), segnalano la tela in questione nella sala n. 4 di Palazzo Madama, prima sede del museo. Nel 1866 (inventario manoscritto) tutte le opere del Solimena appaiono collocate nel "Ripostiglio" (nn. 111-114). Nel 1899 la Cacciata di Eliodoro dal tempio risulta ubicata sullo Scalone del Palazzo dell'Accademia delle Scienze, dove la Galleria era stata trasferita dal 1865 (A. Baudi di Vesme, Catalogo della Regia Pinacoteca di Torino, Torino 1899, pp. 164-165, n. 621).||Nella sua monografia sul pittore campano Bologna (1958, p. 114) sottolinea come le quattro tele di Torino mostrino, rispetto alle due opere realizzate per Palazzo Durazzo a Genova intorno agli stessi anni, una maggiore abilità nell'alternanza delle zone d'ombra e di luce, "un altro e più inerte senso della forma e della luce, unito al costume ormai prevalso di venir ripetendo figure e idee già utilizzate altrove; (continua in OSS)
Soggetto:
CACCIATA DI ELIODORO DAL TEMPIO
Estensione:
altezza: cm 154; larghezza: cm 206; altro: cm misure con cornice: 175 x 227 x 7 cm
Materia e tecnica:
OLIO SU TELA
Data di creazione:
1721 - 1723, sec. XVIII, primo quarto; 1721 - 1723
Ambito geografico:
Palazzo dell'Accademia delle Scienze, Via Accademia delle Scienze, 6, Torino (TO) - secondo settore delle collezioni dinastiche: da Vittorio Amedeo I a Vittorio Amedeo II,inv. 381 (1952)
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Identificatore: work_27985
Diritti
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