quadrante astronomico, mobile
Tipo:
image
Categoria:
Strumenti scientifici
Autore:
Lusverg, Domenico, Lusverg, Domenico
Secondo quadrante astronomico mobile realizzato da Domenico Lusverg per Eustachio Mandredi. L'artefice, lasciato questa volta libero di procedere secondo il suo intuito, realizzò un vero capolavoro, che per precisione e nitidezza dell'incisione della scala non lasciava niente a desiderare ed in pratica sostituì il quadrante realizzato in precedenza. Secondo la richiesta di Manfredi il lembo è leggermente più lungo di 90°, per poter impiegare il metodo di verifica dello strumento, consistente nel "rovesciarlo", utilizzato dagli astronomi francesi. I tratti incisi sul lembo non avevano errori maggiori di un centesimo di millimetro. Fu modificato da Manfredi nel 1728 (Reg. Specola Ist. Scienze, Vol. II, alla data 23 marzo 1728, Arch. Dip. Astron. Bo.) con l'aggiunta di un secondo cannocchiale fisso perpendicolare a quello originario e nella struttura del piede, portato da 4 a 3 appoggi, per diminuirne l'ingombro e permettere di effettuare osservazioni mediante la fessura che attraversava il tetto della Stanza Meridiana. Anche questo strumento, come il quadrante precedente, non è firmato e lo scudo centrale in ottone reca la stessa incisione. Manca, almeno dal 1746, del cannocchiale mobile e, almeno dal 1843, data in cui esisteva ancora il pendolo, del raccordo o terzo asse che permetteva di usarlo come sestante astronomico. E' originale l'obiettivo di uno dei cannocchiali fissi
Lingua:
it
Formato:
Ottone; ferro, raggio: 117 cm
Materia e tecnica:
Ottone; ferro, tecniche varie; tecniche varie
Data:
inizio XVIII; 1703 - 1703
Copertura:
Emilia-Romagna (BO) - Bologna
Ambito geografico:
-
Fonte:

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Fonte dati
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Identificatore: 08 00688054
Citazione bibliografica: bibliografia specifica: Baiada Enrica - Bonòli Fabrizio - Braccesi Alessandro, Museo della Specola, Bologna, BUP, 1995, pp. 101-102; bibliografia specifica: Baiada Enrica - Braccesi Alessandro, Lo sviluppo della strumentazione astronomica dell'Osservatorio marsiliano e della Specola dell'Istituto delle Scienze di Bologna dal 1702 al 1815, in Gli strumenti nella storia e nella filosofia della Scienza, a cura di G. Tarozzi, vol. 10, Bologna, Ist. Beni Artistici Culturali Naturali Emilia-Romagna, 1983, p. 86
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