Museo diplomatico,sec. VI - 1100,LBC-Archivi
Tipo:
Collezione; Fondo
Categoria:
Fondi archivistici
Diplomi imperiali e regi, bolle pontificie, atti vescovili e atti "pagensi". L'atto più antico è un frammento papiraceo del VI secolo proveniente dalla Collezione Morbio, mentre altri atti datati 681, 713 e 714 sono in realtà copie. In particolare l'atto del 681 è una copia di falso prodotta da Carlo Galluzzi, falsario milanese della metà del Seicento; le copie del 713 e del 714 sono relative a fondazioni pavesi: San Pietro in Ciel d'Oro e il Monastero del Senatore. In fondo conserva anche per epoche successive copie coeve e posteriori. La scatola n. 24 contiene un'appendice con pergamene dei secc. XI-XII e documenti in copia del sec. VII. Il fondo conserva la "Cartola de accepto mundio", pergamena datata 12 maggio 721, considerata il più antico documento conservato in un Archivio di Stato italiano. Si tratta di un mundio, istituto del diritto longobardo secondo il quale un uomo aveva il diritto e il potere di amministrare i beni della donna considerata dal diritto longobardo incapace di agire, e di assisterla nel compiere atti giuridici anche nel caso di beni di proprietà della donna stessa. Il mundio era esercitato dal mundoaldo, in genere un parente maschio della donna (marito, fratello, anche un figlio minorenne nel caso di una vedova); senza l'approvazione del mundoaldo gli atti giuridici della donna non erano validi. L'istituto del mundio proviene dal diritto germanico che poneva la donna in condizione fortemente subalterna all'uomo; nell'editto di Rotari, col quale questo re mise sulla carta i principi del diritto longobardo, è ribadita l'impossibilità giuridica della donna di liberarsi dal mundio. [Descrizione completa consultabile in Lombardia Beni Culturali.]
Data:
0501-01-01 - 1100-12-31; sec. VI - 1100

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Fonte dati
SAN - Sistema Archivistico Nazionale / Complessi Archivistici
Identificatore: oai:san.beniculturali.it:comp22061