Teatro greco, Taormina
Tipo:
Oggetto fisico
Categoria:
Beni archeologici
Classificazione secondo la graduatoria Guida Rossa TCI: *
Per vastità è il secondo dei teatri classici di Sicilia (dopo quello di Siracusa), con un diametro massimo di 109 m (l'orchestra 35): costruito in epoca ellenistica, mediante lo spianamento della cima del colle, fu ampliato e quasi interamente rifatto dai Romani: è stato restaurato negli anni '80 del '900. La cavea, ricavata nella concavità naturale del poggio, aveva nove cunei di gradinate (nei cunei centrali sono stati ricostruiti alcuni gradini ricollocando i blocchi antichi), ed era sormontata da un portico occupato da gradinate di legno, con scalette d'accesso in muratura, di cui si vedono gli avanzi. Un porticato a grandi pilastri, di cui è stato ricostruito un breve tratto nel restauro, circondava la sommità della cavea verso l'esterno. Alla cavea, in origine, si perveniva dalla parte a valle, dove sono riconoscibili i muri d'argine della rampa che si congiungeva alla grande scalinata ancora esistente. I ruderi della scena conservano la parete di fondo, in cui si aprono delle nicchie, e dove talune colonne sono state giustapposte arbitrariamente in un restauro del 1860. La sua fronte era ornata di due ordini di colonne. Dietro la scena sono avanzi di portici e, lateralmente, i «parascenia», locali destinati agli attori e agli arredi scenici. In età romana il teatro cessò di servire per rappresentazioni sceniche e fu adibito a spettacoli gladiatorii, di «venationes», ecc. L'orchestra originaria fu trasformata in una «conistra» o arena circondata da alto podio, necessario per mettere gli spettatori al sicuro dai pericoli di tali rappresentazioni. Intorno all'orchestra, come negli anfiteatri, correva un corridoio di servizio, la cui volta, ora interamente crollata, reggeva l'inizio delle gradinate. Alla scena, conservata nell'elevato, ma privata del pulpitum o palcoscenico per ingrandire l'arena, rimaneva solo la funzione di prospetto decorativo. Il teatro divenne quindi di fatto un anfiteatro. Al centro dell'arena, come in tutti gli anfiteatri, si aprivano grandi vasche. L'acustica è ancora notevole. Dall'alto della cavea, e più ancora dalle terrazze che sovrastano lateralmente la scena, si ha una vista bellissima della scena con la massa dell'Etna sullo sfondo, e, verso N, fino alle montagne della Calabria. Un piccolo antiquarium è annesso alla casa del custode, sul fianco est della cavea. Accoglie marmi e frammenti architettonici da edifici cittadini; notevoli le iscrizioni con i rendiconti finanziari dei magistrati, un torso di Apollo o Dioniso di età ellenistica e le tavole dei ginnasiarchi e degli strateghi dal 150 a.C. fino al periodo imperiale.
Ambito geografico:
via Teatro Greco - Taormina (ME)