Fontana Maggiore, Perugia
Tipo:
Oggetto fisico
Categoria:
Beni architettonici
Classificazione secondo la graduatoria Guida Rossa TCI: *
Perno urbanistico e visivo di piazza IV novembre, è tra le massime realizzazioni della scultura duecentesca, opera di Nicola Pisano e del figlio Giovanni per il disegno e la decorazione, con la collaborazione tecnica e architettonica di fra' Bevignate (1275-77) e, per la parte idraulica, di Boninsegna Veneziano. Terminale dell'acquedotto urbano, fu conclusa nel 1278. La fontana poggia su una gradinata circolare ed è composta da due vasche marmoree poligonali concentriche e da una tazza bronzea. L'apparato decorativo, «una delle più potenti espressioni medievali della vita degli uomini» (W. Binni), evoca, nel suo complesso messaggio iconologico, il programma politico e culturale del Comune perugino attraverso la rappresentazione del sapere universale unito alla celebrazione della mitica fondazione della città e del ruolo di questa nel territorio: «O passante - si legge nella scritta latina sul secondo bacino - osserva la vita del fonte giocondo; se la guarderai attentamente vedrai cose mirabili». Deterioratasi attraverso i secoli, fu restaurata una prima volta nel 1948-49 eliminando le aggiunte posteriori e le incrostazioni delle superfici. Nel marzo 1999 si sono conclusi i successivi lavori di consolidamento strutturale, di restauro e di conservazione del monumento. Vasca inferiore. Ha 24 lati divisi da fasce di tre colonnette e ogni lato è diviso in due specchi con *bassorilievi: i primi 24, cominciando dal lato di fronte al palazzo dei Priori, rappresentano i mesi dell'anno, alternati ai segni dello Zodiaco; seguono il leone guelfo e il grifo perugino, le 7 arti liberali e la Filosofia, due aquile, Adamo ed Eva e Cacciata dal Paradiso, due storie di Sansone, un leone, allegoria del leone e del cagnolino, due storie di David, Romolo e Remo, la Lupa che allatta i gemelli (quest'ultima, copia dell'originale custodito nella Galleria nazionale), la Vestale con in mano una gabbia, forse simbolo della verginità, due favole di Esopo (la gru e il lupo; il lupo e l'agnello). La collaborazione fra i due scultori Nicola e Giovanni Pisano fu così stretta che la critica è molto incerta nell'individuare con esattezza le attribuzioni. Vasca superiore. Poggia su colonnine e ha specchi lisci, eccetto uno verso il palazzo dei Priori, con un'iscrizione a caratteri gotici che si riferisce ai restauri apportati all'acquedotto nel 1322. Due altre iscrizioni relative all'opera, ai suoi autori e alle figurazioni marmoree corrono lungo l'orlo superiore e la base di questo bacino. Negli spigoli fra gli specchi, 24 statuette, tutte probabilmente di Giovanni Pisano. Dalla tazza di bronzo, opera del Rosso Padellaio, fonditore perugino (1277), si alza il gruppo, anch'esso bronzeo, delle tre ninfe che portano un'anfora da cui zampilla l'acqua, modellato da Giovanni Pisano.
Ambito geografico:
piazza IV Novembre - Perugia (PG)