Via Appia Antica, Roma
Tipo:
Oggetto fisico
Categoria:
Beni archeologici
Classificazione secondo la graduatoria Guida Rossa TCI: *
Prosecuzione 'extraurbana' del percorso consolare segnato, entro le mura, dal viale delle Terme di Caracalla e dalla via di Porta S. Sebastiano, inizia fuori porta S. Sebastiano e segue nella prima parte il «clivus Martis», così detto dal tempio del dio che sorgeva nei pressi, incontrando sulla destra, serrata al muro, la copia della prima colonna miliare (l'originale è al Campidoglio); scavalcata la marrana della Caffarella - l'antico fiume Almone dove i sacerdoti della Magna Mater lavavano la statua della dea - oltrepassa la cosiddetta tomba di Geta, di cui rimane l'alto nucleo cementizio sormontato da una casetta cinquecentesca, quindi a destra in corrispondenza dell'inizio della Via Ardeatina, la tomba di Priscilla, mausoleo costituito da un basamento sormontato da due corpi cilindrici su cui sono i resti di una torre circolare eretta dai Caetani nel sec. XIII. Opposta a questa è la chiesa del Domine quo vadis?, più propriamente intitolata a S. Maria in Palmis; risale al sec. IX ma venne riedificata nel XVI-XVII, e la facciata, dovuta al cardinale Francesco Barberini, è del 1637.L'origine dei titoli. Il luogo di culto si vuole sorto sul luogo ove Gesù sarebbe apparso a S. Pietro che fuggiva da Roma per scampare alla persecuzione di Nerone. All'apostolo che gli chiedeva: «Domine, quo vadis?» (Signore, dove vai?), Gesù avrebbe risposto: «Eo Romam iterum crucifigi» (Vado a Roma a farmi crocifiggere di nuovo); Pietro, pentito, sarebbe tornato indietro verso il martirio. La denominazione «in palmis» o «del passo» deriva dalla tradizione medievale di venerare una pietra votiva, qui in copia (l'originale è nella basilica di S. Sebastiano), su cui sono due orme di piedi ritenute di Cristo.
Ambito geografico:
via Appia Antica - Roma (RM)