Abbazia di Novalesa, Novalesa
Tipo:
Oggetto fisico
Categoria:
Edifici religiosi
Importante complesso di costruzioni comprendente un nucleo centrale, con la chiesa e il convento, e quattro cappelle sparse nel parco circostante. L’abbazia, fondata nel 726 da Abbone, governatore di Susa, e dotata di grandi possedimenti, fu affidata ai Benedettini e divenne uno dei più rilevanti centri culturali del Medioevo. Carlo Magno, che vi soggiornò nel 773, le concesse notevoli privilegi. Risorse dopo la distruzione operata nel 906 dai Saraceni, ma senza più eguagliare la precedente grandezza. Soppressa durante il dominio napoleonico, fu ridata ai monaci nel 1816 e si estinse definitivamente nel 1855; dal 1973 è nuovamente custodita dai Benedettini, che ne hanno curato il riattamento e vi hanno aperto un Centro di restauro del libro. Il primo edificio abbaziale che si incontra è la cappella di S. Maria Maddalena (risalente al sec. VIII-IX), con facciata a capanna, abside quadrata col tetto a due spioventi e, su ogni lato esterno, arcate cieche. Raggiunta l'abbazia vera e propria, si entra in un primo cortile in fondo al quale sorge la chiesa, quasi completamente riedificata nel 1712 da Francesco Gallo e Antonio Bertola, per volere di Vittorio Amedeo II. Sul fianco destro si apre il chiostro, del quale restano i portici sui lati nord e est, aperti da archi a pieno centro su colonne. Più avanti, sorge l'elegante cappella di S. Salvatore, la più grande e la meno antica (sec. XI) delle quattro, con fianchi scanditi da lesene e abside curva con calotta a semicatino. Dietro, a poca distanza su un promontorio, si trova la cappella di S. Pietro, con una originale facciata segnata da tre alte arcature poste secondo l'inclinazione del tetto. Proseguendo in discesa verso sud, si arriva alla cappella di S. Eldrado (abate dall'822 all'840 circa), la meglio conservata, di cui la parte più antica è la bella abside curva (sec. X).L'interno a due campate - la prima con volta a crociera e l'altra a botte - è interamente decorato con interessanti affreschi dagli influssi bizantini, per alcuni studiosi risalenti agli inizi del sec. xii, per altri databili verso la metà del successivo. Sulla controfacciata è raffigurato il Giudizio universale, quasi completamente ridipinto nel 1828; sulla volta della prima campata, Scene della vita di S. Eldrado e, alle pareti, Miracolo e Morte del santo; la seconda campata è affrescata con Scene della vita di S. Nicola, mentre nel catino absidale è raffigurato un Cristo Pantocratore tra gli arcangeli Michele e Gabriele.
Ambito geografico:
borgata S. Pietro 4 - Novalesa (TO)