Villa Belriguardo, Voghiera
Tipo:
Oggetto fisico
Categoria:
Beni architettonici
La prima delle «delizie» estensi, iniziata per Niccolò III verso il 1435 su progetto di Giovanni da Siena, ospita un interessante *antiquarium; modifiche e ampliamenti vennero apportati soprattutto per volontà di Borso d'Este, che li commissionò a Pietro Benvenuti. Con Borso Belriguardo assunse un aspetto che suscitò gli apprezzamenti di Torquato Tasso e di Goethe: fin dall'inizio, per arrivarvi via acqua, fu fatto scavare un canale che utilizzava l'alveo del fiume Sàndalo, e lo stesso Borso volle che vi fosse eretta una cappella, affrescata da Cosmè Tura (1469-72) e abbattuta da Alfonso II. La decadenza, per il complesso, fu segnata dal passaggio alla Chiesa e dall'utilizzo per funzioni legate alla terra, che comportò, tra l'altro, la distruzione di quasi tutte le decorazioni e degli affreschi (sono rimasti solo nella cosiddetta sala delle Vigne). Nel 1997 lavori di restauro hanno interessato la grande torre di accesso e una parte delle sale; in ambienti già ultimati è stato trasferito da Voghenza l'antiquarium con i corredi funerari (si segnalano i monili d'ambra e d'oro, i vetri e un *balsamario in sardonice) e altri elementi della locale necropoli, integrati anche da calchi di stele, ed è stata realizzata la mostra permanente di Giuseppe Virgili, scultore locale.
Classificazione secondo la graduatoria Guida Rossa TCI: *
Ambito geografico:
strada Provinciale - Voghiera (FE)