Storie di Giugurta. Prigioni e mascheroni
targa
Tipo:
Opere; targa; Oggetto fisico; Cellini Benvenuto; Romano Giulio
Categoria:
Opere d'arte visiva
Autore:
Delaune Etienne (notizie dalla seconda metà del sec. XVI - inizi XVII)
La targa presenta cinque medaglioni istoriati con episodi della guerra fra il re africano Giugurta e i romani guidati da Mario. La battaglia contro Giugurta è descritta da Gaio Sallustio Crispo nel suo libro Bellum Iugurthinum, dal quale sono state riprese le cinque scene: nel medaglione a destra, Aderbale espone al senato romano l'assasinio del fratello; in basso, un messo di Giugurta presenta doni ai cittadini romani in armi per conquistarseli; a sinistra, Aderbale viene ucciso (112 a. C.) da Giugurta; in alto, lo stesso Giugurta protesta la propria innocenza di fronte al senato romano; al centro, i Romani di Mario (in armatura all'antica) si scontrano con i Numidi di Giugurta (a capo scoperto). Negli spazi laterali, sono posti in alto due coppie di prigioni (a destra un vecchio ed un giovane, a sinistra due donne), mentre in basso gli sconfitti ( a destra due donne, a sinistra due uomini, di cui uno vecchio). Alle estremità della targa si hanno infine due mascheroni, avvolti da grottesche: il mascherone in basso presenta l'insegna del crescente lunare, proprio di Enrico II di Francia. Alla targa è stato aggiunto un orlo a tortiglione assai grossolano, in un periodo compreso fra il 1839 e il 1890: nell'incisione di C. Lasinio figlio su disegno di P. Ayres di Cagliari (qui allegata nella documentazione fotografica) realizzata nel 1839 non è presente il bordo; nella fotografia pubblicata nel 1890 da L. Avogadro di Quaregna risulta esserci invece una bordura, sul quale è intrecciato un filo probabilmente dorato.||La targa giunse in Armeria nel 1833 dal Museo d'Antichità, documentata nell'inventario generale dell'Università compilato nel 1754. L'attribuzione della targa alla collezione del Principe Eugenio è evocata solamente da Promis, in una lettera del 1836 indirizzata a V. Seyssel D'Aix, in cui ricorda come Berta (bibliotecario dell'Università, vissuto intorno la metà del Settecento) affermi che l'oggetto proveniva dalla collezione del principe Eugenio (la lettera è conservata nell'Archivio Storico dell'Armeria Reale, scatola 2, fascicolo 89). Il fatto che lo stesso Syssel decida di non riportare la notizia nel suo catalogo sull'Armeria Reale del 1840, notizia che avrebbe sicuramente aumentato il prestigio delle collezioni, significa molto probabilmente che non fosse attendibile. Nel carteggio pubblicato da Vesme inoltre (Alessandro Vesme, Sull'acquisto fatto da Carlo Emanuele III Re di Sardegna, Torino 1886) sugli acquisti fatti da Carlo Emanuele III risulta una cassa con armi e pistole (la corazza del Principe Eugenio e le pistole, forse le N.56 e N.57); un pezzo così importante e prezioso sarebbe stato sicuramente degno di nota. ||Per la sua pregevole fattura e cura dei dettagli, lo scudo è stato a lungo attribuito al Cellini. Più pertinente è invece il rimando ai modelli grafici di Etienne Delaune (per molti anni artista capo alla corte di Enrico II di Francia e quasi unico disegnatore delle armature e barde da parata di questo sovrano), nonché ai modelli propri della cultura manierista italiana.||Per una bibliografia si veda:||F. Cervini, Le passeggiate del Re, p.147 in P. Venturoli (a cura di), La Galleria Beaumont. Percorso di Visita. Torino 2005; P. Venturoli (a cura di), Dal disegno alla fotografia. L'armeria Reale illustrata. Torino 2004, p.58; AA.VV. L'Armeria Reale di Torino, Busto Arsizio 1981, pag. 348 e il saggio di M. di Macco a pag. 72; A. Angelucci, Catalogo dell'Armeria Reale, Torino 1890; V.Seyssel d'Aix, Descrizione della Reale Armeria di Torino, Torino 1840.
Targa ovale in ferro cesellato a basso rilievo. Fissati dal rovescio con rivetti sono cinque medaglioni ellittici, di cui quello maggiore al centro, tutti circondati da una fascetta con iscrizione e da una seconda ad arabeschi. Quest'ultima si intreccia e circonda tutta la targa, accartocciandosi al capo ed alla punta attorno a due mascheroni, rispettivamente un satiro e una Diana. Nei medaglioni viene raccontata la storia di Giugurta re dei Numidi. Le iscrizioni, in esametri latini, chiariscono le scene descritte. Ai lati delle scene quattro coppie di figure (in alto i prigioni, in basso i miseri) siedono tra armi e tesori del bottino. Un orlo a tortiglione, realizzato posteriormente al 1890, circonda la targa, presumibilmente in sostituzione di quello originale.
Soggetto:
Storie di Giugurta. Prigioni e mascheroni
Estensione:
larghezza: mm 464; lunghezza: mm 726; altro: mm Peso 3250 gr.
Materia e tecnica:
ferro/ cesellatura; oro/ brunitura; oro/ agemina; argento/ brunitura; argento/ agemina
Data di creazione:
1556 - 1559, sec. XVI 1839 - 1890, sec. XIX; 1556 - 1559; 1839 - 1890
Ambito geografico:
Armeria Reale, Piazza Castello, 191, Torino (TO) - Galleria Beaumont, finestra 3, a destra del cavallo,inv. 1087 (1988)
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Fonte dati
MuseiD-Italia / Armi e armature
Identificatore: work_15558
Diritti
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