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I TRE ARCANGELI E TOBIOLO

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DIPINTO

Tipo:

Opere; DIPINTO; Oggetto fisico; Botticelli Sandro; Amico di Sandro

Categoria:

Opere d'arte visiva

Autore:

Lippi Filippino (1457 - 1504)

Dalla collezione Mannelli - Galilei di Firenze, l'opera pervenne alla Regia Pinacoteca di Torino intorno al 1857, quando è documentato nel catalogo del Benna con attribuzione a Sandro Botticelli (Benna C., 1857, p. 96), attraverso l'acquisto dal collezionista savoiardo Ettore Garriod. Secondo una recente ipotesi suggerita da Giovanni Agosti al Nelson (2004, p. 172), il dipinto potrebbe corrispondere a quello descritto come "Tobia con l'angelo, in tavola con cornice dorata, del Filippino Fiorentino" presente nell'inventario del 1603 di Pietro Aldobrandini (D'Onofrio C., 1964, p. 202), e sottolineato in un successivo inventario (prima del 1665) con le misure che risultano abbastanza vicine all'opera di Torino ("alto palmi tre, e tre quarti incirca"). Entrò a fare parte del nucleo della scuola toscana del Rinascimento, come capolavoro affiancabile al Tobiolo e l'angelo dei fratelli Pollaiolo. L'attribuzione rimase a lungo incerta verso un membro della scuola botticelliana di Firenze: da Botticelli stesso (Vesme), al cosidetto "Amico di Sandro" (Berenson B., 1899, I, pp. 464-465). La lettura di Bernard Berenson deviò e condizionò per decenni la giusta analisi del pittore fiorentino Filippino Lippi (Prato, 1457 - Firenze 1504), leggendolo come una figura talmente nell'orbita di Botticelli da essere soprannominato "l'Amico di Sandro", mentre l'intelligenza di Cavalcaselle individuò giustamente nella figura di Filippino l'autore di varie opere, mentre ad un allievo nell'ambito di Filippino assegnava i Tre arcangeli della Pinacoteca Sabauda di Torino (Crowe e Cavalcaselle 1864, p. 426). Fu Gamba a proporre come certa l'autografia di Filippino (Gamba C., 1933, p. 476), che venne poi accettata unanimamente. Noemi Gabrielli (1971, pp. 155-156) confermò il riferimento a Filippino Lippi, come fu anche ribadito nei decenni successivi, ad esempio dal Berti (Berti L., Filippino Lippi, 1991) e dagli studiosi della mostra fiorentina Maestri e botteghe (Padoa Rizzo C., 1992, pp. 55; Bernacchioni, 1992, p. 76); si mettono in risalto il raffinato disegno e la ricchezza cromatica della tavola, come momento di forte vicinanza con Botticelli, con la datazione proposta è intorno agli anni Settanta del Quattrocento. Anche Astrua (2000, p. 31), sottolinea la delicatezza della gamma cromatica del dipinto, letto come opera giovanile all'interno del corpus del maestro fiorentino. Le ultime ricerche fatte riguardo all'analisi approfondita della personalità del Lippi e dei suoi rapporti con Botticelli condotta da Patrizia Zambrano hanno consentito di leggere i Tre arcangeli come una fase di superamento delle incertezze giovanili, all'interno della bottega verrocchiesca, di cui sono evidenti conseguenze la tavola di analogo soggetto del Botticini (oggi agli Uffizi di Firenze - inv. 1890, ma proveniente da Santo Spirito), ed il Tobiolo e l'angelo Raffaele dello stesso Filippino, di qualche tempo precedente (Washington, National Gallery of Art - cat. 12). Le innovazioni rispetto a questi due importanti precedenti si riconoscono bene nella minore rigidità delle figure e nella maggiore coerenza tra esse ed il paesaggio, portato in profondità ed allo stesso piano dei personaggi: l'effetto è quello di una dolce conca che accoglie gli uomini in movimento, circondata di colline degradanti e di rocce, che aumenta l'equilibrio compositivo. L'opera è letta alla luce di una "intenzionale variazione su un tema verrocchiesco", e non come dipendente dalla versione di Botticini. La datazione più verosimile è verso gli inizi degli anni Ottanta del XV secolo (P. Zambrano, J. K. Nelson, 2004, pp. 166-169, 318-319, 325-326). Nella scheda della mostra fiorentina "Botticelli e Filippino" del 2004, redatta dal Nelson, si confermano le precedenti ipotesi di cronologia (1480-1482) e di pertinenza culturale (J. K. Nelson, 2004, pp. 172-177, scheda 21). Il dipinto tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta ha subito un delicato restauro che ha comportato il trasporto del colore da tavola su tela, a causa della consunzione del supporto originario: tale intervento ha purtroppo constatato la perdita di numerose finiture e delle dorature originarie (Brambilla Barcilon, 1982, pp. 35-37).
DIPINTO: supporto in resina con cornice in legno; CORNICE: dorata con profilo aggettante; decorazione intagliata ad ovuli. Telaio con incastro angolare a 90°inchiodato con taglio orizzontale; bordatura sui 4 lati; gancio ad 'e' ed elementi metallici ad anello in basso. Inserimento del dipinto con sbarrette metalliche.

Soggetto:

I TRE ARCANGELI E TOBIOLO
PERSONAGGI: San Raffaele arcangelo; san Gabriele arcangelo; san Michele arcangelo; Tobia. ATTRIBUTI: ali; spada; giglio; portaunguento; pesce; cane; ABBIGLIAMENTO. PAESAGGIO.

Estensione:

altezza: cm 101; larghezza: cm 135; grandezza: cm 4; altro: cm altezza cornice 134.5 / larghezza cornice 169.5 / spessore cornice 13

Materia e tecnica:

TEMPERA SU TELA

Data di creazione:

1480 - 1482, sec. XV, terzo quarto; 1480 - 1482

Ambito geografico:

Palazzo dell'Accademia delle Scienze, Via Accademia delle Scienze, 6, Torino (TO) - Piano primo, settore dei Maestri italiani dal XIV al XVI secolo, sala seconda,inv. 183 (1952)

immagine

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Riferimenti

È riferito da: scheda iccd OA: 01-00217079

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Fonte dati

MuseiD-Italia / Dipinti

Identificatore: work_27989

Diritti

Diritti: Ministero per i Beni e le Attività Culturali / SPSAD TO

Detentore dei diritti: proprietà Stato

Condizioni d’uso del metadato: Pubblico dominio

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Lippi Filippino; Lippi Filippino, I tre arcangeli e Tobiolo, San Michele Arcangelo San Gabriele arcangelo, San Raffaele arcangelo e Tobiolo (dipinto, opera isolata)

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