Resti dell'Anfiteatro romano
costruzione
ampliamento
abbandono
toponimo
primi studi
descrizione dei ruderi
costruzione di edifici sovrastanti
scoperta dei resti archeologici
campagna di scavo - reperimento fondi
campagna di scavo
campagne di scavo
demolizione degli edifici antistanti
scoperta archeologica
Tipo:
image; anfiteatro
Tipo di scheda: Architettura
Categoria:
Edifici/impianti ricreativi
Autore:
Ambito culturale: età augustea - motivazione dell'attribuzione: B 03001085
intero bene:La costruzione dell'anfiteatro romano risale all'età augustea (fine I sec. a. C. - inizi I sec. d. C.).
intero bene:In età antonina (fine I sec. d. C. - inizi II sec. d. C.) l'anfiteatro subì un ampliamento, testimoniato soprattutto dai contrafforti radiali costruiti probabilmente per aumentare il numero delle gradinate.
intero bene:Dai ritrovamenti di alcuni reperti raccolti negli strati inferiori dell'interro e dall'inserimento sulla cavea e lungo il muro perimetrale di tombe con copertura alla cappuccina o a semplice fossa terragna, si ritiene che l'abbandono dell'edificio risalga al VI sec.
intero bene:Nel sec. XVI gran parte del monumento doveva essere ancora visibile, tanto che la zona tra il colle Guasco e quello del convento dei cappuccini manteneva il toponimo "Arena".
intero bene:Il primo studioso che ipotizzò l'esistenza di un anfiteatro romano fu Lando Ferretti. Egli nelle "Storie della città di Ancona", manoscritto del 1531, conservato nella Biblioteca comunale di Ancona, affermò che i romani dovevano aver costruito un anfiteatro "... che lo chiamarono Arena, il quale teatro, o vero Arena, era là dove di presente ci si vede la Chiesa nuova et horti di S. Bartolomeo, monasteri di monache (...) dentro la clausura et anco in altri luoghi vicini m'apparirono finora le vestigia, anzi vi sono in parte le mura antiche fabbricate in forma di mattoni assai lunghi, il quale sito per bono spazio quivi d'intorno ritiene fin'oggi il nome della contrada dell'Arena".
intero bene:Nel sec. VII il Saracini racconta una leggenda relativa alla regina Fede che avrebbe ordinato la costruzione di un edificio romano, a parere dello scrittore un teatro, dei cui resti ( da lui analizzati nell'area del monastero e dell'orto di S. Bartolomeo) presenta un'accurata descrizione atta a dimostrarne la destinazione a teatro. Egli afferma di aver più volte veduto i resti, anche se inglobati parte nelle strutture di S. Bartolomeo, parte in abitazioni private.
intero bene:Verso il sec. XVIII nella parte sud ovest vennero costruite alcune "casette", sia lungo il muro perimetrale sia sulle strutture stesse dell'antico anfiteatro.
intero bene:La scoperta dei resti archeologici dell'antico anfiteatro romano avvenne in maniera del tutto casuale. Nel dicembre del 1810 l'abate Leoni, uno storico locale, accompagnò in una visita guidata ai monumenti anconetani Carlo del Majno Ivagnez, architetto ed antiquario milanese suo amico. Passeggiando per il centro storico il Leoni si ricordò che il conte Girolamo Bonarelli possedeva una casa in via Guasco e che spesso lo aveva invitato ad esaminare una struttura voltata presente nelle sue cantine: i due studiosi compresero subito di trovarsi di fronte ad un imponente edificio pubblico di epoca romana, sia per le dimensioni che per la tecnica costruttiva.
intero bene:Della scoperta dei resti archeologici fu informato il barone Casati, Prefetto del Metauro, perché venissero reperiti i fondi per la campagna di scavo. Il 17 marzo del 1811 sulla "Gazzetta del Metauro" fu pubblicato un articolo con cui si chiedeva una sottoscrizione, promettendo di porre una lapide a ricordo di quanti avessero permesso con il loro contributo l'attuazione del progetto.
intero bene:La prima campagna di scavi, durata due anni, riportò alla luce un gran numero di strutture che permisero di evidenziare il perimetro dell'anfiteatro, alcuni elementi funzionali e parte delle gradinate.
intero bene:Dovette passare più di un secolo dalla prima campagna di scavi prima che riprendessero i lavori: infatti solo nel 1930 furono finanziate altre campagne di scavo.
intorno:Nel 1937 furono demoliti gli edifici antistanti l'anfiteatro, permettendo così la visione dell'ingresso principale.
intorno:Nell'ambiente con natatio a ridosso dell'anfiteatro, due saggi stratigrafici condotti nel 1983, al di sotto della sottofondazione del pavimento a mosaico, misero in luce un tratto di strada lastricata. Il basolato è costituito da due mezzerie con opposta pendenza, in modo da favorire la raccolta e lo scorrimento delle acque piovane al centro della strada. I basoli, in pietra calcarea, hanno forma e dimensioni diverse.
Stato di conservazione: rudere
Formato:
L'anfiteatro romano misura m. 93x74, con un'arena di m. 52x35; esso è caratterizzato da due ingressi opposti, fuori asse, di dimensioni e quote differenti a causa della morfologia del colle al quale si adatta l'andamento del muro perimetrale. L'ingresso principale, perfettamente allineato con l'asse maggiore, è costituito da blocchi di arenaria e laterizio in opera reticolata; attraverso tale porta si accede ad un corridoio lungo m. 21 e largo m. 6, coperto da una volta in mattoni posti a spina di pesce. Di fronte al primo ingresso, in posizione non assiale e ad una quota differente, è un secondo accesso all'arena lungo m. 15 e largo m. 5, con il piano di calpestio verso l'uscita, in salita, ricavato nella roccia. Dei muri perimetrali, inglobati nel tessuto urbano, rimane una parte del paramento di 12 metri circa d'altezza in opera reticolata policroma. Nella cavea sono visibili i resti delle gradinate in travertino. Nell'area sono venuti alla luce anche i resti di un basolato.
Data di creazione:
I a.C. - I d.C.; I d.C. - II d.C.; VI d.C.; XVI; dopo il null; XVII; XVIII; XIX; dopo il null; XX; dopo il null
Ambito geografico:
Ancona (AN); Via Giuseppe Birarelli, 0(P)
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Oggetti digitali
Riferimenti
È riferito da:
Documentazione fotografica: 2 (SBAA AN 62156)
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Fonte dati
Regione Marche / Beni Architettonici
Identificatore:
Codice univoco ICCD: 1100047026
Diritti
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