[Politica, società e cultura in Sardegna],1943 - 1985,INSMLI
Tipo:
Collezione; Fondo
Categoria:
Fondi archivistici
Il fondo Politica, società e cultura in Sardegna contiene materiali cartacei, pubblicistica varia e diversi manoscritti, di due dirigenti politici sardi, Luigi Pirastum, del Partito comunista italiano, e Sebastiano Dessanay, del Partito socialista italiano. Il fondo contiene anche resoconti e interventi parlamentari riferiti agli anni in cui Pirastu e Dessanay ricoprirono incarici politici. Le carte sono state donate dagli eredi all'Istituto sardo per la storia della Resistenza e dell'Autonomia tra il 1988 e il 1990. Il fondo è stato oggetto di un primo ordinamento e può essere consultato solo dietro motivata richiesta e con l'assistenza di personale addetto all'archivio. Il criterio seguito per l'ordinamento è stato quello del raggruppamento per unità tematiche il più possibili coincidenti con i motivi dominanti dei profili biografici dei due politici sardi. Luigi Pirastu (Tortolì, 1913 - Monaco di Baviera, 28 luglio 1984) si dedica agli studi umanistici e si laurea in filosofia nel 1936; nel 1940 vince il concorso per la cattedra di storia e filosofia. Matura in quegli anni il suo distacco dal fascismo e rischia l'arresto per propaganda antifascista; dopo il 25 luglio del 1943 sarà uno dei protagonisti della riorganizzazione dei comunisti sardi. Redattore de "L'Unione sarda", scrive un articolo l'8 dicembre del 1943 in cui riflette sul tradimento degli intellettuali nel fascismo e sulla loro cultura accademica e distaccata dalla politica. Avvia uno studio su "L'idea liberale e il pensiero politico di Vincenzo Gioberti" rimasto incompiuto. Nel dopoguerra è eletto consigliere comunale di Cagliari nel 1946, consigliere regionale dal 1949 per quattro legislature, senatore dal 1963 per due legislature. Segretario della Federazione comunista di Cagliari dal 1953 e al 1957 lavora con alcune delle figure più di spicco della politica e della cultura di quegli anni, come Renzo Laconi, Umberto Cardia, Girolamo Sotgiu, ed Enrico Berlinguer. Negli ultimi anni della sua vita, quale esperto economico in Sardegna del Partito comunista, è membro del consiglio di amministrazione del Credito industriale sardo e partecipa a tutte le fasi del dibattito sul "Piano di Rinascita" e sulle principali questioni inerenti lo sviluppo economico dell'isola. Sebastiano (Bustianu) Dessanay (Terralba, 1903 - Cagliari, 1986), insegnante di filosofia prima a Nuoro e poi a Cagliari presso il Liceo Dettori, milita nel Pci sino all'invasione sovietica dell'Ungheria, (1956) in seguito alla quale aderisce al partito socialista. Consigliere regionale del Psi per diverse legislature, ricopre anche la carica di assessore e di vicepresidente del Consiglio regionale. Protagonista, nel secondo dopoguerra, delle lotte contadine per l'occupazione delle terre e del movimento autonomistico per l'attuazione del "Piano di Rinascita", analizza il fenomeno del banditismo che considera innanzitutto una conseguenza dello scontro tra due ordinamenti o civiltà, pastorale e statuale, e il problema dell'emigrazione. Conduce anche un'intensa attività pubblicistica; fonda nel 1962 la rivista "Sardegna oggi", di cui è condirettore Antonello Satta, e inizia da quelle pagine ad occuparsi di identità e di cultura sarda. Si rafforza in lui il gusto e la passione per lo studio dal vivo della cultura orale e soprattutto della poesia dialettale; numerose sono le gare poetiche con Remundu Piras e con Peppe Sotgiu cui partecipa offrendo il suo personale contributo. Negli anni Settanta e Ottanta Dessanay si dedica soprattutto alle questioni della revisione dello statuto della Regione sarda e ai problemi connessi con la tutela della lingua sarda.. Lascia numerosi saggi e interventi su scrittori e pittori sardi, tra cui Grazia Deledda, Salvatore Cambosu, Benvenuto Lobina, Pietro Mastino, Giuseppe Biasi, e sulle problematiche dell'autonomia e dell'identità.
Data:
1943-01-01 - 1985-12-31; 1943 - 1985

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Fonte dati
SAN - Sistema Archivistico Nazionale / Complessi Archivistici
Identificatore: oai:san.beniculturali.it:comp93950