Casa Cavassa, Saluzzo
Tipo:
Oggetto fisico
Categoria:
Beni architettonici
Elegante palazzetto costruito nel '400 e rinnovato in forme rinascimentali all'inizio del secolo seguente. Appartenne a Galeazzo Cavassa, originario di Carmagnola, vicario generale del marchesato nel 1464; passò poi al figlio Francesco, anch'egli vicario generale durante la reggenza di Margherita di Foix, nel 1505, anno in cui presero avvio i lavori di ampliamento e ammodernamento. Nel XIX sec. venne acquistata dal marchese Emanuele Taparelli d'Azeglio, che nel 1885 la fece restaurare sotto la direzione di Vittorio Avondo e Melchiorre Pulciano nelle forme neomedievali romantiche, per donarla come museo alla città (1890) con il suo arredo che aveva raccolto sul territorio o acquistato sul mercato antiquario. La facciata, decorata a finto bugnato in grisaille, ha un portale marmoreo rinascimentale opera di Matteo Sanmicheli (anni '20 del '500); l'architrave, che reca lo spregiudicato motto della famiglia Cavassa «Droit quoi quil soit» (avanti, oppure, secondo un'altra interpretazione, il diritto a qualunque costo), è sormontato dallo stemma con il pesce, chiamato chavasson in dialetto del Delfinato, il quagliastro che risale la corrente. Preziosi i pannelli lignei del portone, anch'essi attribuiti al Sanmicheli e recanti il motto di famiglia. Per un androne, si accede al loggiato interno (a destra, ritratto marmoreo di Francesco Cavassa attribuito al Sanmicheli), aperto su una terrazza delimitata in parte da un'elegante balaustra rinascimentale di ambito di Pietro Lombardo. La facciata interna della casa ha grandi finestre crociate e nell'ala sinistra è adorna di tre belle bifore dalle decorazioni fitomorfe in cotto e di due logge pensili in legno, la prima delle quali decorata sulla parete di fondo da grisaille con le Fatiche di Ercole, opera di Hans Clemer eseguita intorno al 1509-1511. L’interno ospita il Museo civico Casa Cavassa.
Classificazione secondo la graduatoria Guida Rossa TCI: *
Ambito geografico:
via S. Giovanni 5 - Saluzzo (CN)