S. Maria di Collemaggio, L´Aquila
Tipo:
Oggetto fisico
Categoria:
Edifici religiosi
La più grandiosa chiesa romanica della città. Fu incominciata nel 1287 per iniziativa di Pietro da Morrone (che nel 1294 vi fu incoronato papa col nome di Celestino V) sul posto ove si conservava una miracolosa immagine della Madonna. La magnifica *facciata (prima metà sec. XIV) è tutta rivestita da un paramento di masselli bianchi e rossi che formano una vivace decorazione. In basso si aprono tre portali: quello mediano, grandioso, ad archi concentrici a tutto sesto rientranti a strombo su stipiti ornati da due ordini di nicchie cuspidate, di chiara impronta gotica; e due portali laterali, più semplici e con battenti più antichi, fiancheggiati, come quello mediano, da mensole (in quella di sinistra rimane la statua di un santo). Sopra i portali si stagliano tre ricchi rosoni gotici a traforo. All'angolo destro della facciata un basso e poderoso torrione ottagonale con barbacani (forse destinato alle benedizioni all'aperto) fungeva da base a un campanile, demolito nel 1880 e ricostruito in altra forma, a vela, a sinistra dell'abside. Dal suo terrazzo, il 28 agosto di ogni anno vengono mostrate al popolo le reliquie di S. Pietro Celestino. Da notare, sul fianco sinistro della chiesa, l’armonioso *portale romanico, sormontato da un'aquila, lo stemma della città; nella lunetta, Madonna col Bambino e i Ss. Giovanni Battista e Pietro Celestino, sbiadito affresco del '300 d'influsso senese.Il grandioso interno è stato liberato, con massicci, discussi restauri novecenteschi, dalle aggiunte barocche successive al terremoto del 1703 (tranne nel transetto), e ha riacquistato l'originaria spazialità, restituendo alcuni notevoli affreschi. Spartito in tre navate da arcate ogivali, otto per lato, poggianti su robusti pilastri ottagonali, ha una copertura lignea in vista. Il pavimento, originale, è in pietre bianche e rosse che richiamano la facciata, ed è disseminato di pietre tombali, tra cui, in fondo alla navata destra, alcune quattro-seicentesche e di abati generali dell'Ordine dei Celestini. Sulle pareti, in un contesto museografico, tele di Carl Ruthert, di Dánzica, che fu nei Celestini col nome di Andrea di Dánzica, dei sec. XVII, raffiguranti scene della vita di Celestino V.Lungo le pareti delle navate laterali, le nicchie ogivali si ammirano dipinti della prima metà del sec. XV e un elegante organo settecentesco, in legno intagliato e dorato, con scene della vita di Cristo; all'altare destro, bella Madonna col Bambino, terracotta policroma di Govanni Francesco Gagliardelli (principio del sec. XVI), o, secondo altri, di Silvestro dell'Aquila. Nella navata destra sorge isolato il *sepolcro di S. Pietro Celestino, opera nelle forme del Rinascimento lombardo a due ordini di colonnine e pilastrini, questi finemente decorati con candelabri, di Girolamo da Vicenza (firmata e datata 1517), ed eretta a spese dei lanari dell'Aquila. Nell'interno un'urna di legno dorato custodisce le reliquie di san Pietro Celestino, Pietro Anglerio o Angeleri, detto da Morrone, incoronato pontefice in questa basilica col nome di Celestino V (famoso il “gran rifiuto” del pontificato nel 1294, cantato da Dante nell’Inferno).
Classificazione secondo la graduatoria Guida Rossa TCI: *
Ambito geografico:
piazza di Collemaggio 5 - L´Aquila (AQ)