Parco archeologico, Cuma
Tipo:
Oggetto fisico
Categoria:
Beni archeologici
Classificazione secondo la graduatoria Guida Rossa TCI: *
Racchiude il cosiddetto monte di Cuma, un'altura di m 80 protesa verso il mare. Fu questo il sito dei più importanti santuari religiosi greci (acropoli), ai quali si affiancò in età romana, in basso a est, il polo del Foro con gli edifici pubblici. Ci si addentra nel parco per una galleria scavata nel tufo, al termine della quale si è in un largo che funge da terminale a due altri passaggi sotterranei e dal quale inizia la gradinata verso l'acropoli. A sinistra si accede all'antro della Sibilla*, uno dei santuari più frequentati dell'Italia antica, per una galleria a sezione trapezoidale dalla quale si staccano, da entrambi i lati, diramazioni e bracci secondari (in quelle di sinistra vennero adattate in età romana tre cisterne e in epoca paleocristiana alcune sepolture). Essa si conclude in un vano rettangolare, già diviso in tre ambienti da porte (tracce dei cardini nei buchi negli stipiti): questo sarebbe, secondo Amedeo Maiuri che lo scoprì, l'antro vero e proprio, dove la Sibilla proferiva gli oracoli, talmente preziosi che vennero raccolti in libri e citati nelle tradizioni cristiana ed ebraica. Invece a destra dal largo si può osservare dall'alto, attraverso la volta crollata del suo tratto terminale, la Cripta romana*, collegamento in galleria tra l'acropoli di Cuma e i laghi Lucrino e d'Averno di cui fa parte anche la grotta di Cocceio; vi si riconosce un monumentale vestibolo con quattro nicchioni. Per una rampa moderna, dalla quale si scorgono tratti delle mura greco-romane innalzate in blocchi di tufo, si supera una torre, di impianto romano, che segna l'ingresso all'acropoli vera e propria, proseguendo poi sul basolato della Via Sacra fino a una terrazza panoramica sulla sinistra. Da qui lo sguardo spazia da Napoli (sud) al monte Màssico (nord) e permette di immaginare l'antico aspetto della costa, con un susseguirsi di insenature e lagune, che si prestavano a ospitare scali (quelli di Cuma erano probabilmente situati a sud dell'acropoli). Quasi a metà della Via Sacra è la terrazza inferiore, occupata verso sud dal tempio di Apollo. La platea di fondazione è uno dei pochi resti di età greco-sannitica, mentre gli avanzi di colonne in laterizio sono da riferire a un rifacimento di età augustea, quando il luogo di culto fu strutturato su una cella a tre navate e, davanti a questo, venne aperta una terrazza rivolta alla città bassa (panorama); all'età paleocristiana risalgono le fosse di sepoltura scavate nella platea (il tempio venne allora riutilizzato come basilica). Al termine della Via Sacra si è sulla terrazza superiore, sede del tempio di Giove (il nome è convenzionale): la fase costruttiva greca è stata quasi cancellata dal rifacimento romano e dalla successiva trasformazione (sec. V-VI) in basilica cristiana (resti dell'altare e della vasca, rivestita di stucchi, del battistero).
Ambito geografico:
via Monte di Cuma 3 - Cuma (NA)