Basilica di S. Apollinare Nuovo, Ravenna
Tipo:
Oggetto fisico
Categoria:
Edifici religiosi
Eretto da Teodorico nel 493-96 per il culto ariano, fu consacrato verso il 560 al culto cattolico e nel IX secolo dedicato a S. Apollinare. La semplice facciata in laterizi è adorna di una bifora marmorea cinquecentesca ed è preceduta da un portichetto su colonne, rifatto nel sec. xvi utilizzando materiali antichi. Sul fianco destro si innalza un elegante *campanile cilindrico, datato al IX-X sec., aperto da monofore, bifore e trifore. Le tre navate dell’interno sono divise da colonne in marmo greco con capitelli bizantini. Nel Seicento l’edificio subì alcuni interventi di cui rimane traccia nel soffitto in legno dorato della navata maggiore e nel presbiterio. Le pareti della navata principale sono interamente coperte da bellissimi mosaici di maestranze ravennati di epoca teodoriciana e giustinianea. L'*interno, cui si accede alla d. del campanile, è a pianta basilicale a tre navate, scandite da 24 pregevoli colonne in marmo greco con capitelli bizantini finemente lavorati. La navata mediana è coperta da un ricco soffitto a cassettoni dorati del 1611. Sulla controfacciata si svolgeva un grande mosaico, di cui rimangono pochi frammenti, col ritratto ritenuto da alcuni di Giustiniano, da altri di Teodorico, in parte rifatto nel 1863. Le pareti laterali della navata mediana sono interamente rivestite di *mosaici, divisi su ogni lato in tre registri, la gran parte risalenti a età teodoriciana, salvo le teorie dei martiri e delle sante del tempo dell'arcivescovo Agnello (c. 560). La decorazione musiva esemplifica l'evoluzione artistica del sec. VI: il ciclo cristologico, dovuto a maestranze ravennati, nel tipo di materiale usato e nei rapporti compositivi evidenzia la ricerca di corrispondenza tra soggetto e resa formale in relazione alla percezione del riguardante, mentre i cortei delle 22 vergini e dei 26 martiri, più tardi, presentano le caratteristiche di astrazione e ritmo tipiche della cultura artistica bizantina. Sotto l'8ª arcata d., *ambone in marmo greco del VI sec., che presenta motivi decorativi tipici della plastica costantinopolitana, e orientale in genere. Il presbiterio è limitato da una balaustra composta da un pluteo del sec. vi e da tre coeve transenne marmoree lavorate a giorno. Nel mezzo, l'altare del VI sec. con quattro colonne di porfido sormontate da capitelli romani e bizantini; la sedia marmorea è romana. L'abside, ristrutturata e ampliata in periodo barocco, era stata ricostruita (1950-51) sulle fondamenta originarie, seguendo il tracciato dei muri antichi emerso nel corso dei restauri. I lavori di restauro (1997) hanno ripristinato la struttura
Classificazione secondo la graduatoria Guida Rossa TCI: *
Ambito geografico:
via di Roma - Ravenna (RA)