Palazzo Doria Pamphilj, Roma
Tipo:
Oggetto fisico
Categoria:
Beni architettonici
Importante edificio sia per le dimensioni, sia per la qualità architettonica dei vari corpi di fabbrica con cui si è venuto costituendo nell'arco di quattro secoli e per essere tra i pochissimi di Roma, ancora occupati dalle antiche famiglie, che conservino intatto l'eccezionale patrimonio di arredi e opere d'arte.Il primo nucleo si formò a metà '400, accanto alla chiesa di S. Maria in via Lata, con la casa del cardinale Nicolò Acciapacci; dopo vari passaggi, il palazzo fu portato in dote a Camillo Pamphilj, per la cui famiglia il complesso venne ingrandito da Antonio Del Grande con la demolizione (1659) del cinquecentesco palazzo Salviati e la realizzazione (1659-63) dei prospetti sulle vie Lata e della Gatta. La risoluzione della facciata sul Corso si deve a Gabriele Valvassori (1731-34); gli ultimi grandi lavori, diretti da Andrea Busiri Vici, iniziarono nel 1846 e si protrassero fino al termine del secolo, comportando nuovi prospetti su vicolo Doria (1871) e su via della Gatta (1877-90).L'esterno. La *facciata sul Corso, capolavoro del Valvassori, è una delle architetture più originali e innovatrici della prima metà del '700 romano. Rispetto al vicino palazzo De Carolis, con il quale ha in comune lo 'svuotamento' della parte muraria nella fitta successione di finestre, questo ha un più accentuato andamento orizzontale e presenta novità lessicali di derivazione borrominiana; non meno importanti le novità distributive, come lo spostamento alle estremità delle ali dei portali secondari, che si inseriscono nel ritmo ternario delle aperture al piano terra; quest'ultimo raccorda l'edificio al contesto urbano con le due terrazze laterali, in parte occupate dai padiglioni del Busiri Vici.Dal portale centrale si vede il cortile d'Onore, a pianta quasi quadrata con portico ad arcate su colonne, derivato da quello del palazzo della Cancelleria. La tamponatura delle arcate superiori, con finestre e sopraluci inquadrate da sguinci prospettici, fu operata dal Valvassori, che creò così la galleria sui quattro lati raccordante i vari nuclei del palazzo.Il prospetto su via del Plebiscito si caratterizza per i 'borromineschi' portali balconati e per il cantonale che si rapporta in negativo a quello del vicino palazzo Bonaparte, mentre quelli ad angolo su piazza del Collegio Romano, realizzati da Antonio Del Grande (1659-63), sono di pacata monumentalità berniniana: le aperture si succedono con ritmo vario, che nella parte centrale è regolarizzato e inquadrato da tre ordini di paraste tuscaniche e ioniche (sulle finestre del primo piano sono le colombe dei Pamphilj, su quelle del secondo i gigli degli stessi con i «rastrelli» Aldobrandini).Lo scenografico atrio si espande ai lati in ampie absidi e in fondo in un vano rettangolare che dà sul cortile dei Melangoli, il cinquecentesco omonimo giardino trasformato nel '700 in scuderie e inglobato nel 1878 nell'ala su via della Gatta.
Classificazione secondo la graduatoria Guida Rossa TCI: *
Ambito geografico:
piazza del Collegio Romano 2 - Roma (RM)