Reggia di Venaria, Venaria Reale
Tipo:
Oggetto fisico
Categoria:
Edifici/Strutture di difesa
Grandioso complesso realizzato nel 1658 come nuova «delitia» per la pratica venatoria; da qui derivò la definitiva denominazione di Venarìa Reale per il sito e il borgo. Nella sua attuale configurazione la residenza è il risultato di differenti e successive fasi edilizie che videro impegnati gli architetti di corte: Amedeo di Castellamonte (1658-83), Michelangelo Garove (1699-1713), Filippo Juvarra (1716-28), Benedetto Alfieri (1751-67) e G.B. Piacenza (1788). Precede il complesso residenziale, sulla sin., la cappella di S. Uberto , con pianta a croce greca smussata e cappellette sulle diagonali, di cui anche la decorazione interna fu progettata da Filippo Juvarra (1716-28). Un cancello di ferro dà accesso al cortile d'onore dove sorge, isolato a d., il Palazzo vecchio fronteggiato dalle imponenti maniche settecentesche. Sul fondo si erge il nucleo dell'edificio castellamontiano, la reggia di Diana, la cui decorazione interna (1660-71) svolge il tema ideato dall'intellettuale di corte Emanuele Tesauro: le gesta della dea della caccia come metafora morale del vivere civile. Quanto è sopravvissuto al degrado degli altri ambienti, quali i gabinetti delle cacce acquatiche e infernali, si deve alla imprese degli stuccatori Bernardino Quadri e G.B. Muttoni e dei pittori Giovanni Paolo e Giovanni Antonio Recchi, Giacomo e Giovanni Andrea Casella, tutti di origini lombardo-luganesi. Nelle sale del padiglione costruito da Michelangelo Garove, si dispiega il variegato repertorio decorativo dell'impresa dello stuccatore luganese Pietro Somasso (1704-08). Il figlio di questi eseguì, su disegni di Juvarra, l'ornamentazione architettonica della superba *galleria di Diana (3; 1718), conclusa poi da Giuseppe Bollina nel 1772.
Classificazione secondo la graduatoria Guida Rossa TCI: *
Ambito geografico:
piazza Repubblica 4 - Venaria Reale (TO)