Isola Tiberina, Roma
Tipo:
Oggetto fisico
Categoria:
Quartieri storici
Classificazione secondo la graduatoria Guida Rossa TCI: *
Presenta la caratteristica forma allungata di una nave e lega la funzione di luogo di cura alla leggenda secondo la quale il serpente simbolo di Esculapio, portato a Roma per debellare la peste del 293 a.C., sarebbe saltato dalla nave che lo trasportava sull'isola per indicare il sito del tempio della divinità; è detta anche «dei due ponti», «Licaonia» nel Medioevo e «di S. Bartolomeo» ('600-'700). La storia. Isola tufacea, come i vicini colli, fu determinante per il costituirsi di insediamenti stabili sulle alture circostanti e venne collegata alla terraferma da due ponti dapprima lignei e poi (sec. I) in muratura. La leggenda e il profilo dell'isola suggerirono la sistemazione del perimetro esterno in forma di nave da guerra, con arginature a terrapieno attrezzate per gli ormeggi e forse con un obelisco come albero maestro. A fine '500 la tradizione sanitaria dell'isola, favorita anche dalla presenza di una fonte d'acqua ritenuta salutare, fu rinverdita con la costruzione del primo nucleo dell'ospedale e tutta l'area divenne lazzaretto durante la peste del 1656. Profondamente alterata dalla sistemazione degli argini a fine '800 (quando se ne ipotizzò l'eliminazione), ha però mantenuto il carattere di appartato luogo di cura e di culto. La chiesa di S. Bartolomeo all'Isola fu eretta da Ottone III, sulle rovine del tempio di Esculapio; già restaurata nel sec. XII, rovinò per la piena del 1557, venne ripristinata nel 1583-85 e profondamente rinnovata nel 1623-24. La facciata (attribuita a Orazio Torriani o a Martino Longhi il Giovane), a due ordini con la parte centrale rientrante, ripete schemi cinquecenteschi arricchiti da elementi barocchi ed è segnata dal vigoroso risalto delle colonne del portico inferiore. L'interno è a tre navate con colonne forse provenienti dall'antico tempio, tre cappelle per lato, abside e transetto rialzati; al centro della gradinata del presbiterio poggia una vera marmorea medievale - un puteale? - ritenuta di Nicolò di Angelo o di Pietro Vassalletto, ricavata dal rocchio di una colonna antica e forse già del pozzo dell'acqua salutare.Fronteggia la chiesa l'ospedale Fatebenefratelli, fondato dai seguaci di S. Giovanni di Dio (il nome deriva dal ritornello di questua) nel 1582-84 e completamente rimodernato da Cesare Bazzani nel 1930-34; gli è annessa sulla destra la chiesa di S. Giovanni Calibita. Dalla piazzetta d'ingresso all'ospedale, una scala scende alla banchina che consente il periplo dell'isola (resti della figura di Esculapio, riconoscibile per il bastone con il serpente).La torre Caetani (già parte di una rocca medievale) sorveglia l'accesso dal *ponte Fabricio, costruito da Lucio Fabricio nel 62 a.C. e conservato quasi integro; nel Medioevo fu detto «pons Judaeorum» per la prossimità del Ghetto.
Ambito geografico:
piazza Fatebenefratelli - Roma (RM)