Villa Lante, Viterbo
Tipo:
Oggetto fisico
Categoria:
Beni architettonici
Ideata dal Vignola, con le due simmetriche palazzine, il giardino all'italiana e il gioco fantasioso delle acque costituisce una delle più significative creazioni del tardo Rinascimento italiano.Il card. Raffaele Riario, vescovo di Viterbo, diede inizio verso la fine del Quattrocento al parco che, recintato e popolato di selvaggina, venne messo a disposizione di Leone X, appassionato di caccia. In seguito, Nicola Ridolfi, altro vescovo di Viterbo, trasformò il bosco di caccia in parco immettendovi delle fontane. Ma il vero creatore della villa fu il card. Giovanni Francesco Gambara, appartenente a una famiglia illustre di guerrieri, cardinali e artisti e imparentato con i Farnese; egli fece eseguire tra il 1568-78 i lavori di sistemazione del giardino all'italiana e compì la costruzione di una delle palazzine; infine, nel 1772 il card. Federico Marcello Lante sistemò la nuova piazza dinanzi all'ingresso centrale della villa e ricostruì il portale di accesso. Danneggiato durante l'ultima guerra, il complesso è stato riordinato e restaurato a cura della Società Villa Lante ed è ora di proprietà dello Stato.Il *giardino all'italiana è uno dei più classici e famosi del genere; a disegno geometrico, risale scenograficamente il pendio della collina. Al centro del quadrato antistante gli edifici è la monumentale fontana del quadrato, nel Cinquecento a forma di enorme piramide, oggi con al centro un triplice cerchio di vasche sormontate dal gruppo dei 4 Mori. Nel fondo sono le due palazzine, eleganti costruzioni simmetriche aperte al piano terra da logge a tre grandi arcate ciascuna, con un piccolo belvedere sopra il tetto. Quella a d. è la prima delle due costruzioni, dovuta al card. Gambara (1568-78).Nella loggia a terreno le pareti sono decorate con vedute delle maggiori ville cinquecentesche laziali; nell'interno, oltre agli affreschi di Raffaellino da Reggio e ai paesaggi di Antonio Tempesta, la biblioteca, tappezzata da cuoi di Cordova del sec. XVIII.L'altra palazzina, identica alla prima, venne eretta in seguito dal card. Montalto (1590-1612); anch’essa è decorata nella loggia da pitture prospettiche e vedute di marine, mentre all’interno, diverse sale sono state affrescate dal Cavalier d'Arpino e dalla sua scuola.A monte delle palazzine, lungo le pendici della collina, verdissima e ricca, continua il giardino all'italiana, ordinato lungo un asse prospettico costituito da una serie di originali fontane. Oltre il recinto del giardino, verso O, si estende il rigoglioso parco, di forma ovale, al cui centro un cavallo alato fa sgorgare, percuotendo con lo zoccolo la roccia, un alto getto.
Classificazione secondo la graduatoria Guida Rossa TCI: *
Ambito geografico:
località Bagnaia - Viterbo (VT)