Villa Barbaro, Maser
Tipo:
Oggetto fisico
Categoria:
Beni architettonici
Capolavoro di Andrea Palladio disegnata per Daniele Barbaro, patriarca di Aquileia, appassionato cultore di studi umanistici, e per il fratello di lui Marc'Antonio. Grazie all'illuminata committenza, l'architetto, nel pieno della maturità, poté portare a compimento il progetto secondo le linee originarie, realizzando il suo archetipo di villa ideale, articolato in un corpo centrale molto avanzato in forma di tempio, con frontone su colonne ioniche (nel timpano, l'aquila bicipite dei Barbaro), e in due ali porticate concluse da timpani. Nella sua semplicità quasi didattica, la fabbrica è raccordata con abilità al paesaggio, il cui orizzonte è chiuso sul fondo da grandi chiome alberate, mentre sul davanti il giardino, delimitato da statue, siepi e contorni in pietra, dà respiro prospettico alla composizione. Nella realizzazione dell'opera, ultimata nel 1557, Palladio si avvalse dell'abilità plastica di Alessandro Vittoria. Nel 1560-61 Paolo Veronese decorò l'interno con un cielo di *affreschi, eccezionale per vastità e pregio. Il vestibolo, a pianta cruciforme, fu in parte ridipinto nel sec. XIX a finti stucchi. I chiaroscuri sopra le porte sono di Paolo Veronese. A d., camera con bel camino del Vittoria e, tra i dipinti, la Madre degli amori, l'Armonia, il Tribunale d'amore; a sin., altro camino, Apollo e Venere e altre figure. Nel braccio trasversale del vestibolo, Paolo dipinse otto suonatrici, armi e due finte porte semiaperte, da cui si affacciano un paggio e una contadinella. Accanto è un grazioso gabinetto, con stucchi del Vittoria e gruppi mitologici, dipinti posteriormente. Si passa nella sala centrale, detta dell'Olimpo o dell'Eternità per i bellissimi affreschi della volta. Nelle lunette, figure di divinità simboleggiano le stagioni. Intorno, finte balaustre dalle quali si affacciano figure di straordinario realismo, da un lato una vecchia che indica a una giovane donna due giovani sul lato opposto. Notevoli i paesaggi tra le finte colonne, già semidistrutti e ricostruiti con abile restauro da Nicola Lochoff (1939). Gli stucchi della sala e delle camere vicine sono del Vittoria. Nella camera a d., Sacra Famiglia, Fede e Carità; nell'ultima a d., autoritratto di Paolo Veronese; nella camera a sin., presunto ritratto dell'amante di Paolo e, inoltre, Fatiche d'Ercole di G.B. Zelotti. Da quasi tutte le camere la vista spazia sulle colline e la pianura. Dietro l'edificio si trova la bellisma esedra con peschiera, adorna di statue di Marc'Antonio Barbaro entro una splendida decorazione del Vittoria; vi si apre la grotta di Nettuno, sul cui soffitto Paolo Veronese dipinse la Pace.
Classificazione secondo la graduatoria Guida Rossa TCI: *
Ambito geografico:
via Cornuda 7 - Maser (TV)