Gole di Velino, Antrodoco
Tipo:
Oggetto fisico
Categoria:
Grotte
Classificazione secondo la graduatoria Guida Rossa TCI: *
S'indica con questo nome il lungo tratto della valle del Velino stretta tra il gruppo del Terminillo e l'estremità settentrionale della catena di Monte Velino, in cui il fiume ha scavato una forra profondissima limitata da pareti precipiti, forse la più selvaggia e suggestiva di tutto l'Appennino. Dove la gola si fa più stretta e selvaggia, si vede a sin. della strada, presso una centrale elettrica, il «Masso dell'Orso», rupe tagliata dai Romani per un'altezza di c. 30 m e una lunghezza di 20, quasi a perpendicolo sul fiume; al centro della parete, incasso per lapide, o rilievo, e nicchie forse per un sacello. In questo punto si scorgono anche avanzi di un muro di costruzione dell'antica Via Salaria e una grande pietra miliare romana dell'antica via. È un cippo troncoconico alto m 2.35 con base squadrata: porta il numero LXVIII e fu posto in sito al tempo dei grandi restauri di Augusto alle vie imperiali.Più avanti si notano un muraglione su opera poligonale e altre rupi tagliate dai Romani; la strada sale tra alte, impressionanti montagne, quasi nude e rigate da canaloni, quindi, attraversato il fiume Velino si trovano le cosiddette Vene Rosse, un taglio nella roccia di colore rossastro, lungo circa 180 m e alto in media 16, che la leggenda popolare attribuisce ad un'azione diabolica di Cecco d'Ascoli, il quale l'avrebbe praticata in una sola notte, agli inizi del sec. XIV, ma da comprendere invece tra i manufatti dell'antica Via Salaria.
Ambito geografico:
- Antrodoco (RI)