Resti di Saepinum, Sepino
Tipo:
Oggetto fisico
Categoria:
Beni archeologici
Importantissimo complesso archeologico, di cui nel 1950 fu intrapreso lo scavo sistematico, tuttora in corso.Sepino Sannita. Fondata all'inizio dell'età del ferro da una comunità di Sanniti Pentri. Ne sussistono notevoli resti al sommo della scabra collina detta Terravecchia , a circa km 2.5 in linea d'aria a NO della moderna Sepino. Sono i ruderi delle mura, cosiddette ciclopiche, a grossi blocchi di calcare locale, che descrivono una pianta grosso modo trapezoidale. Le aperture identificate lungo il percorso delle mura sono tre: la postierla del Matese, situata sul lato SO, che è la più conosciuta e meglio conservata; la porta dell'acropoli, della quale ci si serviva per l'approvvigionamento idrico; la porta del tratturo, la più importante, presso l'angolo orientale delle mura, che metteva in comunicazione la città con la strada Fondovalle e con il tratturo. All'interno, la sommità del colle costituiva l'antica arx, ancora in parte riconoscibile.Sepino romana. (Saepinum), divenuta municipio, ebbe all'inizio del sec. I d.C. le sue mura, mentre l'abitato assumeva l'aspetto precipuo delle città romane. Aveva pianta romboidale di circa 320 m per lato, intersecata, come tutte le città originate da un castrum, dal cardo massimo e dal decumano, questo riconoscibile nell'antichissimo tratturo che attraversa l'abitato da NO a SE. Le mura della cinta avevano quattro porte ed erano rafforzate da 33 torri semicircolari e due ottagonali. Le porte, corrispondenti alle testate dei due cardi, si distinguono oggi con i nomi di Terravecchia (a SO), di Boiano (a NO), del Támmaro (a NE) e di Benevento (a SE).All'ingresso del paese è un vasto spiazzo circolare, in gran parte cinto da muretti in opus reticulatum; in fondo si apre la Porta detta di Terravecchia, con l'arco diroccato ma con possenti pilastri di spalla. Da essa ha inizio il cardo massimo, fiancheggiato a d. da case rustiche risalenti al XVIII sec. ForoSul decumano si apre la platea del Foro (m 50 ? 30 circa), con pavimentazione a lastroni rettangolari di pietra; in mezzo è una grande iscrizione (molto lacunosa) in lettere campite di piombo, consacrante la munificenza di C. Papius Faber e di un altro personaggio, cui era dovuta l'opera condotta a loro spese.Testimonianze romaneNumerose impronte testimoniano l'esistenza di monumenti onorari. Nel lato SO sono i resti di un grandioso arco dedicato a L. Nerazio Prisco, giureconsulto che aveva fatto carriera a Roma all'epoca di Traiano. L'arco è posto in corrispondenza di un grande edificio pubblico, parzialmente rimesso in luce, sopraelevato rispetto al foro.A sinistra della platea si affacciano i resti di alcuni edifici di carattere pubblico. A partire dal quadrivio, è un'aula, nella quale è da riconoscere la Curia, sede del senato locale. Al di là di una seconda aula, di destinazione non precisata, è un tempio, forse il Capitolium, dedicato probabilmente alla triade capitolina (Giove, Giunone e Minerva).Affacciata al Foro, un'aula preceduta da un portico formato da colonne scanalate, forse destinata a adunanze. Più avanti è l'Edificio dell'esedra, così detto dall'esedra che si apre sulla sua fronte. Seguono gli «edifici industriali»: il Molino idraulico, un'abitazione di cui si riconosce l'atrio con impluvio e un ambiente in cui sono infissi cinque grandi contenitori in terracotta. L'ultimo edificio riportato alla luce su questo lato è la Casa dell'impluvio sannitico, articolata secondo il cosiddetto tipo pompeiano: nella facciata si apre un corridoio, affiancato da botteghe, che immette nell'atrio; al centro di questo è l'impluvio, bacino di pietra per la raccolta delle acque piovane: sotto il bacino ne è stato rinvenuto uno più antico, composto di elementi fittili che recano graffite lettere osche, donde il nome della casa; sul cortile si aprono i cubicoli.Davanti alla casa, graziosa fontanina, eretta dagli edili Ennio Gallo ed Ennio Marso.La Basilica. LaBasilica (metà sec. IV?) prospetta sul Foro col suo lato più lungo, nel quale si aprono tre ingressi. Venti agili colonne di ordine ionico, da ritenere provenienti da edificio più antico, si elevano dal podio, delimitando un peristilio contornante i quattro lati della grande aula.Il Mercato (Macellum)Subito dopo la Basilica si ha il Mercato (Macellum), preceduto da portico a pilastrini. Seguono un'aula di culto e numerose case di abitazione di modeste pretese e probabilmente a un solo piano.*Porta di BojanoIn fondo si leva imponente la porta di Bojano, affiancata da torri cilindriche rivestite di blocchetti in opus reticulatum e in parte rovinate. A pochi metri, nella campagna, spicca l'elegante tomba dei LNumisi.Il Teatro. l'edificio più monumentale della città, addossato alle mura. Il complesso, articolato in due distinte sezioni destinate l'una al pubblico (cavea) l'altra alle rappresentazioni (scena) è interamente costruito con pietra calcarea locale; interessato da vari interventi di scavo, è ormai interamente leggibile. Le parti in migliore stato di conserva
Classificazione secondo la graduatoria Guida Rossa TCI: *
Ambito geografico:
località Altilia - Sepino (CB)