S. Maria della Carità, Venezia
Tipo:
Oggetto fisico
Categoria:
Edifici religiosi
Al piede meridionale del ponte dell'Accademia si apre un campo definito dai prospetti principali di quello che era il complesso edilizio di S. Maria della Carità , costituito dalla chiesa, dal monastero e dalla Scuola. Rimasto fino all'inizio del XVIII sec. uno dei più importanti e insigni insediamenti conventuali della città, di continuo arricchito nelle architetture e nel patrimonio artistico, dopo un lungo periodo di decadimento e abbandono, all'inizio dell'Ottocento venne riattato e parzialmente trasformato per ospitare l'Accademia di Belle Arti e le Gallerie dell'Accademia. Riguardo la chiesa, a una primitiva costruzione nel 1134 venne aggregato il monastero destinato ad accogliere un gruppo di Canonici lateranensi provenienti da Ravenna. Nel 1344 la Scuola dei Battuti, una delle più antiche di Venezia, si trasferì in quest'area e vi eresse la propria sede intitolata a S. Maria della Carità. Tra il 1441 e il 1445, sotto la direzione di Bartolomeo Bon, il maggior «tajapiera» di allora, venne costruita la nuova chiesa, nelle forme gotiche che tuttora presenta. Circa un secolo dopo fu decisa la sostituzione del monastero medievale, a quattro chiostri, con una nuova, grandiosa costruzione che veniva affidata ad Andrea Palladio e iniziata intorno al 1555, ma mai portata a compimento per la decadenza del monastero. Della chiesa rimane la struttura essenziale della quattrocentesca costruzione ogivale in cotto, a un'unica navata, con tre cappelle absidali poligonali, facciata a triplice cuspide e cornice a elaborati archetti pensili. Nulla resta invece della ricchissima decorazione in pietra, realizzata dal Bon e dalla sua bottega, in parte caduta e in parte rimossa durante la ristrutturazione ottocentesca finalizzata al diverso utilizzo del suo volume.
Classificazione secondo la graduatoria Guida Rossa TCI: *
Ambito geografico:
Dorsoduro 1050, campo della Carità - Venezia (VE)